Sviluppo dell'abitato
Molti i giudizi registrati da oltre centocinquant' anni, spesso negativi o, tutto al più marginali, che incontriamo nei diversi articoli di specialisti dell'arte o di coloro che di esso si sono interessati circa il prospetto del nostro Duomo e il suo relativo prolungamento ottocentesco. L'incompletezza dell'opera, nella non realizzazione della seconda torre campanaria (cioè quella di sinistra), la chiusura del finestrone centrale - luce maggiore della chiesa- così come le diverse modifiche ed interventi operati nella piazza antistante, danno al Duomo canosino la sensazione di trovarci dinanzi a qualche cosa di ibrido privo di "personalità artistica". Giudizi frettolosi, che sono serviti nel tempo a non recuperare positivamente quello che l'ottocento ci ha trasmesso.La classicità non è solo un modello estetico ma anche morale e civile. La razionalità dei greci e dei Romani ben si addice al rigore dell'epoca dei Lumi e il Neoclassicismo partecipa alle rivoluzioni che allora capovolgono la realtà, quella francese prima e industriale poi. Architettura e urbanistica si mettono al servizio della collettività e costruiscono il nuovo mondo in forma neoclassica, fatto di scuole, musei, ospedali, mercati, prigioni, caselli daziari, cimiteri; ma anche ville e palazzi.E Canosa? Non si tira certamente indietro e rappresenta nel suo piccolo l'effetto di queste tensioni di un tramestio che accoppia l'arte e la politica, l'estetica e la morale. La città nuova perchè più grande, più ricca e più potente, diventa neoclassica. Si desidera un nuovo palazzo, i borghesi più benestanti fanno a gara al nuovo gusto, nascono così le più belle costruzioni ottocentesche canosine, i "palazzi", le strade, le piazze e le "Chiese". Dei palazzi ne ricordiamo alcuni come casa Frachiolla, Gramegna, Mele, Sinesi, Rossi, Pesce, Malcangio, Di Muro, Caporale e ancora altri. Allineati a ridosso delle nuove strade, a metà del secolo, basolate con pietre laviche, l'intera città, emarginando lentamente il suo centro naturale, il Borgo dei SS. Quaranta Martiri e superando le mura cinquecentesche, iniziava ad espandersi a macchia d'olio nella vasta pianura assumendo la conformazione che è rimasta tale sino alla fine della seconda guerra mondiale.La via centrale di Corso San Sabino aveva lo stesso percorso attuale terminando davanti al Duomo.Già a partire dal 1843-46 abbiamo la prima sistemazione urbanistica con l'ampliamento del grande largo antistante la chiesa, demolendo la Cappella delle Croci della Confraternita del SS.Sacramento e le stazioni settecentesche della via Crucis erette da Mons. Rosati nel 1747, che giravano attorno alla chiesa circondandola per il lato destro , con la chiusura dell'antico cimitero denominato "terra santa": Questa zona attualmente occupata dalla villa comunale, era uno spazio vuoto legato alla chiesa, sul quale il Prevosto Tortora aveva elevato verso il 1767 le fondamenta di un palazzo vescovile rimasto poi abbandonato per la morte dello stesso. Uno dei sotteranei già costruito fu destinato ad uso di terra santa riponendosi le ossa che si riesumavano dai sepolcri ecclesiastici e questo durò fino all'epoca della costruzione del nuovo Camposanto. Nel 1854 per decisone di Mons. Longobardi la zona fu cinta di mura. Nel 1866 si ebbe l'espropriazione forzata della terra santa e del giardino del Capitolo. Nel 1849 l'ampliamento del largo fu operato "con una distesa di terra di tufo, da formare un basolato, facendo scomparire tutto il terrapieno ove trovasi l'antica Cappellina delle croci, come anche quella che all'indecenza unisce anche il danno alla Chiesa medesima sottoposta, che vedasi soggetta ad inondazioni tutte le volte che dirotta pioggia cadente." Nel 1881 abbiamo la sistemazione del muro di cinta della villa Boemondo per coordinare l'estramurale Cerignola-Barletta, dietro il Duomo; l'ultima e definitiva configurazione di tutta la piazza venne eseguita nel 1888, restando fine al presente. L'ampliamento della città trovava la sua giustificazione nel fatto che era diventato nel corso degli anni un centro di grandissima produzione vinicola; l'incremento di essa e la prosperità delle sue condizioni economiche progredirono rapidamente tanto da sorpassare anche le più arrischiate previsioni. Durante il governo del Sindaco Vincenzo Sinesi (1853-1906) abbiamo intense trasformazioni edilizie; potremmo definire il 1887 l'anno "febbrile" del miglioramento edilizio ed igienico. Il nuovo piano regolatore si inseriva coordinando le nuove estensioni suburbane con numerosi edifici costruiti ad iniziativa spontanea dei privati con le nuove costruzioni secondo linee e disposizioni che non pregiudichino il loro regolare sviluppo avvenire.