Francesco d'Assisi 1217 - 1226 (b)

note:
(b) A. Terri, Cronologia della vita di S. Francesco, Roma, 1963.

Nel 1217 - 1226 a seguito di un forte incremento di confratelli, c'era il pericolo di un'ammissione indiscriminata di novizi. All'inizio la presenza di Francesco garantiva un modello di vita cristiana, ma estendendosi l'ordine anche in regioni lontane, la tensione religiosa si poteva affievolire fino a diventare indisciplina o individualismo.
Nel Capitolo del 1217 si introduce la divisione dell'ordine in "province". La provincia viene ad essere la fraternità fondamentale, si potrebbe dire un nuovo tipo di comunità itinerante che si muove, agisce in una regione sotto la guida del "ministro provinciale". A seguito di questa divisione in province si poté programmare la diffusione dell' ordine anche fuori d'Italia.

Tao dipinto da S. Francesco.
L'immagine è conservata presso la cappella della Maddalena nel Santuario francescano di Fonte Colombo a Rieti (Italia)

Nel 1223 si ha la regola defInitiva, nella quale si mantiene la libertà rispetto ai digiuni, segue la proibizione di viaggiare a cavallo; proibisce più duramente l'uso del denaro, considera il lavoro per la sussistenza. Il capitolo centrale quello sulla povertà, insiste con la proibizione "delle residenze fisse" per non perdere la vocazione di "pellegrini e forestieri".
Fin dal 1220 Francesco finisce con l'accettare che i fratelli abitassero una "casa" che avrà una "chiesa" anche se non si parlerà mai di monastero.

Dopo la morte del Santo l'ordine abbandona le linee tracciate dal fondatore, per diventare forza religiosa primaria della Chiesa. Si abbandonano i "luoghi" semplici fuori degli abitati, per collocarsi in grandi conventi dentro le città, con chiese aperte al culto, con azione pastorale fissa. Si trasforma così la fisionomia interna della fraternità. In materia di povertà si creano mezzi fissi di entrate, specie nelle case di studio. In effetti i Minori affermano la loro presenza nei grandi centri di cultura. La questua ammessa da San Francesco solo come mezzo sussidiario, diventa normale eanche principale. L'ordine diventa "mendicante".

Lo stile interno di vita diventa sempre più monastico: chiostro, foresteria, ufficio corale, messa conventuale, silenzio regolare. Ben presto si delinearono all'interno dell'ordine una doppia tendenza quella degli "Spirituali" e quella della "Comunità"
I primi volevano osservare spiritualmente la regola, credevano impossibile conciliare l'entusiasmo per la scienza e l'ansia per il prestigio dell'ordine, con la povertà. I secondi seguivano la rotta impresa ufficialmente dall'ordine e accettavano l'evoluzione come un fatto irreversibile.

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