La masseria Caggiano è costituita da un corpo principale a torre affiancato trasversalmente da due strutture laterali addossate alle mura di recinzione.
L’ingresso nobiliare è posto a Sud leggermente decentrato ed è costituito da un ampio
arcone a tutto sesto a due ghiere. L’antingresso, voltato a mezza botte, immette nel cortile
quasi completamente ricoperto di erbacce e detriti organici e inorganici. Due alberi di fico si
abbarbicano alle pareti interne della recinzione.
La torre centrale, arricchita da ornati in gran parte crollati e da due caditoie danneggiate, si sviluppa su tre piani in superficie (di cui uno ammezzato) ed un locale ipogeo. Ai piani superiori del fabbricato centrale si accede per mezzo di una scalinata esterna alquanto
danneggiata e da alcune interne alla costruzione. Il corpo centrale, rivestito da uno strato di
scialbo ormai consumato, è costruito con mattoni in tufo di dimensioni piuttosto regolari
che nella parte basamentale sono interessati da una grave e diffusa alveolizzazione.
Le facciate presentano macchie d’umidità localizzate e fessurazioni di diversa
entità. La scala esterna è costituita da due rampe fra loro ortogonali, di cui una sostenuta da
un arco voltato a botte. L’intero corpo scale, ancora fruibile ma in parte crollato, è
rivestito da intonaco in evidente stato di degrado. I locali a piano terra sono tutti voltati a
botte e interessati da degrado d’intonaco e umidità diffusa alle pareti.
Particolare attenzione va rivolta al frantoio semi-ipogeo voltato a botte con antri pertinenziali scavati nella roccia, al quale si accede dalla corte
mediante un ampio antingresso munito di nicchie laterali. L’ambiente si presenta buio e
umido; all’interno ci sono i resti di un torchio ligneo e di una macina, oltre che lavatoi e una vasca per la macinazione delle olive.
I tre locali del piano ammezzato, raggiungibili da una scaletta posta all’angolo sinistro
del recinto, sono anch’essi voltati a botte. Un quarto ambiente è accessibile
attraverso una scaletta di pertinenza in parte crollata.
Al primo livello, posteriormente, si nota una garitta munita di feritoie e un piccolo pozzo. Delle otto stanze di questo piano, due sono voltate a botte, quattro a schifo e due sono coperti da
solaio piano; tutte le stanze sono pavimentate con marmette. Il degrado d’intonaco è diffuso all’intero piano a differenza dell’umidità che interessa solo alcuni
vani; sono inoltre presenti varie fessurazioni verticali.
Il secondo piano è costituito da cinque vani, un loggiato ed un locale costruito
successivamente del tutto crollato. Tre vani sono stati frazionati con tramezzi in modo da
ottenere un corridoio ed un vano scala indipendente. Il loggiato era costituito da tre aperture
a tutto sesto sui lati lunghi dell’edificio e da due sul fianco est, successivamente su entrambi i lati lunghi ne
è stata tompagnata una per ricavare un’altra stanza. Tre ambienti sono voltati a
schifo, mentre i restanti sono tutti coperti da solaio piano in latero-cemento.
L’umidità è diffusa soprattutto nella zona del loggiato e nelle stanze limitrofe.
Si possono notare fessurazioni verticali che interessano più vani.
A sinistra del portone principale esiste un fabbricato rettangolare addossato al recinto, che termina con una scaletta
in pietra. La regolarità del perimetro esterno è interrotto da una struttura posticcia
in mattone forato, appoggiato al preesistente muretto trapezoidale. L’intera ala è
gravemente danneggiata: sono presenti evidenti fessurazioni lungo tutte le murature esterne.
I locali esterni risultano inaccessibili.
Lungo il muro di recinzione si estende, a nord e ad est, il secondo corpo laterale composto
da sei locali voltati a botte. A questi si aggiunge una cappella padronale che possiede due ingressi,
uno esterno ricavato nel muro di cinta, l’altro nella muratura interna. La piccola chiesa
è costituita da un monolocale quadrilatero a navata unica, con volta a botte estradossata a
tetto. L’accesso esterno munito di scaletta in pietra, è sormontato da un timpano
triangolare, con apertura monoculare centrale, quello interno è impreziosito da un bassorilievo realizzato in sottoquadro scialbato accanto al quale è posta un’epigrafe in latino.
Nell’ala in questione sono stati riscontrati quadri lesionativi apparentemente non
significativi. Internamente le stanze sono vistosamente degradate con presenza di umidità
a parete e a soffitto. L’intonaco che in alcuni punti rivestiva l’intero complesso risulta essere fortemente
deteriorato e a tratti mancante. Su tutte le facciate sono visibili differenze cromatiche imputabili
a varie cause. Nella parte basamentale, ormai priva di qualsiasi rivestimento, si riscontra un’estesa alveolizzazione.
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