L’ edifico sorge in una delle zone monumentali più suggestive e delicate di Santiago de Compostela, ai margini del centro storico: un’ area interessata
in epoca moderna da pesanti interventi urbanistici, che hanno di fatto compromesso la relazioni all’interno del fragile tessuto edilizio. Rientrando nel programma di
rivitalizzazione della città, che si propone di insediare una serie di attività culturali a ridosso del centro monumentale, il complesso – comprendente un museo, una sala
coferenze, laboratori artistici e sale di esposizione – si attesta proprio lungo la strada principale di recente formazione, entrando in rapporto diretto con il convento
di Santo Domingo de Bonaval, attualmente museo di arte gallega, di cui i nuovi corpi sembrano un’ estensione.
Andando contro ogni attesa, infatti Siza sceglie di trattare la facciata cieca del centro come un alto muro in granito che delimita il recinto della proprietà del convento,
chiudendo in questo modo l’ angolo su Calle Cara Monina, una bella e antica strada che risaliva la collina attualmente caduta in disuso.
I temi fondamentali del Centro Galego de Arte Contemporanea sono evidenti a ogni visitatore: un corpo allungato rivestito di granito che sembra galleggiare, magicamente sospeso
a mezz’aria, sopra un basamento di piattaforme e rampe; una serie di lucidi interni con pavimenti e coperture in pendenza; superfici piane e bianche che modellano la luce e
la distribuiscono sui capolavori d’ arte; una sequenza di ambienti di differente volumetria, estro e intensità che infondono già di per sè un puro piacere visivo; visuali
inaspettate che riuniscono primi piani e sfondi, interni ed esterni, in maniera sorprendente e drammatica; la conclusione del percorso interno sulla terrazza di copertura,
aperta in direzione del cielo e dello skyline del vicino centro storico cittadino.
Questo nei termini della più lampante esperienza; ma oltre l’ immediata evidenza dello sguardo si percepisce un ritmo dei sensi, un’ impressione di quiete e di misura che
nasce dalle contrazioni ed espansioni dello spazio che prende vita da sola, come un’ idea primaria. Il movimento è complementare alla luce, e nel Centro Galego de Arte
Contemporanea la luce penetra da numerose fenditure, scanalature ed aperture, la maggior parte delle quali restano invisibili all’ osservatore. Se gli esterni del
complesso somigliano alla sobria superficie di granito che li riveste, gli interni dalle pareti e dai soffitti dipinti di bianco, dai rivestimenti in marmo pallido e
dagli infissi semplici, prendono vita nell’ istante in cui si entra. Le stesse superfici paiono sensibili perfino al passaggio di una nuvola.
Mentre il nuovo riecheggia il vecchio, tuttavia non lo imta: il centro di arte moderna è inequivocabilmente un edificio moderno in quanto a forma, spazialità e struttura.
La trave in acciaio che sovrasta l’ ampia apertura laterale chiarisce che le pareti non sono in muratura tradizionale, ma constano di rivestimenti applicati a un differente
sistema costruttivo. Questa realtà strutturale viene celebrata in stile quasi manierista in prossimità dell’ ingresso, dove la massiccia sovrastruttura in pietra sembra librarsi
quasi a mezz’ aria, poggiando a terra soltanto tramite esili cerniere. In corrispondenza dell’ ingresso vero e proprio dell’ edificio, l’ esposizione di frammenti prosegue con
l’ ostentazione degli elementi costruttivi dell’ edificio: la “porta” indipendente in granito, che sembra spalancata, e il suo corrispondente in marmo all’ interno, che appare
a sua volta come se fosse stato chiuso. Qui Siza sembra deciso a prendersi gioco di certi architetti tradizionalisti alquanto monotoni e tirannici, sostenitori di una pedissequa
imitazione del contesto storico. Gli scettici replicano d’ altra parte con l’ osservazione che le soluzioni non ortodosse di Siza riguardo al paramento lapideo, fissato alla struttura
sottostante tramite perni metallici, non saranno in grado di sopportare i rigori della pioggia e dell’ umidità del clima allego. Un’ opera di architettura di qualche spessore fornisce
al visitatore molti motivi di interesse. Il centro di arte contemporanea di Santiago utilizza procedimenti di frammentazione e interpenetrazione per adeguarsi alle difficoltà del sito
e del programma, e a questo riguardo istituisce riferimenti che appartengono a un ambito architettonico più ampio. Gli angoli, i frammenti e i piani dei paesaggi urbani di Siza derivano
a lungo andare dalla conoscenza profonda di Aalto, del cubismo e, ancora più in là, dell’ architettura tradizionale; essi comunque danno forma concreta alla dolente ammissione che nè le
città nè i paesaggi saranno mai più uguali a ciò che erano un tempo.
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