Parlare di "vivere in grotta" significa parlare di una civiltà rupestre che oscilla fra preistoria e storia. Ormai non si
deve più credere che tutte le grotte siano state abitate da soli monaci, anche se essi costituivano la componente prevalente
su uomini, donne, classi dirigenti e subalterne. Una volta raggiunto questo concetto positivo di civiltà, conviene poi parlare
di cultura, ovvero comprensione di tutti quei valori, manifestazioni verificatesi nell'iter progressivo di questa civiltà
rupestre. Allora è logico parlare di vicende architettoniche ed iconografiche delle grotte-chiese e di ambienti ad essi annessi.
Inoltre bisogna dire che gli abitanti delle grotte qui stanziatesi per motivi di sicurezza sociale o per ragioni economiche, non furono estranei alle vicende storiche e culturali delle altre
comunità, altrimenti non si può spiegare l'arte architettonica e figurativa dei loro ambienti sacri.
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