Volta a botte a tutto sesto

La costruzione di una volta prevedeva la predisposizione della struttura lignea costituente la "centina", detta "forma " .Costituita da una trave in legno con le estremità smussate a 45° al centro della quale veniva infisso un chiodo. A partire da questo , con lunghezza fissa, veniva disegnato l'arco intradossale della volta; successivamente una serie di assi di legno, lunghi circa 40 cm, veniva sbozzata su un lato per ottenere la curvatura disegnata. Questi assi, detti "penne ", erano inchiodati uno di seguito all'altro per ottenere la centina vera e propria, poi solidarizzata alla trave sottostante per mezzo di altri assi lignei verticali.La centina veniva issata e posizionata sulla muratura verticale di sostegno, costruita fino a un'altezza maggiore dell'imposta della volta.La muratura si proseguiva fino alla quota estradossale della volta poiché con il suo peso e quello del riempimento aggiunto, poteva contrastare la spinta orizzontale della volta. Alla quota di imposta, veniva praticata un'incisione a 45° diretta verso il basso, lungo lo sviluppo della muratura laterale e su questo, detto " somariello ", si poggiava la trave di sostegno della centina. Tra somariello e trave erano posti due assi di legno , di alcuni centimetri, che, costruita la prima sezione della volta, venivano sfilati, la centina si abbassava e poteva essere disarmata. La "forma" era posizionata perfettamente a piombo a circa 40 cm di distanza dalla parete di facciata, detta "palomma", per la costruzione del primo corso di tufi, e poi la si faceva scivolare sul somariello ad interasse fisso di 40 cm per il prosieguo della costruzione. Sulla palomma veniva praticato un altro taglio , a 45°, verso l'alto, in modo da distribuire il carico dei conci che poggiavano da una parte sulla palomma dall'altra sulla centina. Il primo concio messo in opera era una catena normale di 50 cm di lunghezza, a cui era affiancata una catena lunga 60 cm e così via . Si creavano degli incastri di profondità 10 cm per i corsi successivi di tufi, poggiati all'altra estremità della forma, si garantiva ,quindi, che la volta si sviluppasse a curvatura costante fino alla completa copertura del locale. Grande attenzione era posta nel "taglio dei conci", nella posa in opera e nel calcolo della sezione per ottenere una chiave unica e di opportune dimensioni; se l'operazione era stata eseguita correttamente , la volta era chiusa da un unico concio , di norma di circa 23 cm, si diceva che la volta era "maschia". Nel caso di una cattiva esecuzione la chiave era costituita da più conci, la volta nasceva quindi "femmina ". La particolare modanatura a treccia diffusa negli edifici dei Sassi era ricavata da conci di tufo speciali, con maggiore altezza di sezione.


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