La corte

La continua variazione di "prospettive" delle strade del Sasso, la funzione di alcuni muri che plasticamente condizionano la volumetria al di sotto del piano della strada che si percorre, l'essenzialità compositiva dei "rapporti di pieni e di vuoti", la semplicità di alcuni prospetti sono tutti elementi di una architettura prettamente spontanea. Il suo spazio è chiuso, contenuto e delimitato in un luogo in cui solo gli oggetti hanno un esterno, limitato all'interno della caverna che non possiede, inizialmente, nessuna forma esterna. In effetti all'origine la differenza tra "interno ed esterno" riguarda solo l'abitare notturno, di giorno si abita il territorio e i luoghi esterni della terra. Tra la piccola dimensione del "luogo-casa" e la grande dell'imbuto della rupe non c'è soluzione di continuità. Gli "spazi intermedi", antistanti le facciate delle costruzioni murate, le "viuzze" e i "camminamenti", i "giardini pensili", le "piazzette", gli "slarghi" , si aprono e si chiudono articolando il rapporto pieno vuoto. All'origine della formazioni di questi ambiti l'uomo, dunque, non ha costruito, ma "scoperto e ristrutturato" il territorio, manipolato il pieno della terra per guadagnare nel suo grembo un microambiente. La costruzione dell'ambiente, per esperienza precede quella del luogo e dello spazio, si può , quindi, già parlare di "luogo" ,sia pur primitivo, pensando alla caverna.


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