Nell'abitato rupestre del"Villaggio Saraceno", ubicato lungo una valletta confluente nella Gravina, a sud della città, è possibile osservare il complesso "sistema idraulico" realizzato. L'acqua è raccolta lungo le pareti con strutture che attraverso gocciolatoi lungo la parete convogliano le essudazioni della roccia, frutto delle infiltrazioni e della condensazione, in "vasche di decantazione e filtro". Così si alimentano "cisterne" poste all'interno stesso degli ipogei che si aprono sui gradoni sorretti da muri a secco che strutturano il pendio. Lungo i terrazzi scorrono canali paralleli al ciglio della parete , che recuperano gli eccedenti idrici per irrigare i piccoli campi posti davanti alle grotte. La morfologia del terreno e la struttura dei canali fa in modo che le abitazioni non si richiudano su se stesse, come nelle corti a pozzo, ma si svolgano rettilinee lungo la parete. Tuttavia, ogni piccolo gruppo di abitazioni tende ad abbracciare uno "spazio semicircolare", che si incava più profondamente nella roccia, dalle rampe di scale laterali che si prolungano sul terrazzamento. Nasce un'organizzazione formata da più sottoinsiemi che prendono l'aspetto di "ferri di cavallo" uniti tra loro lateralmente, addossati con la parte arcuata alla parete e aperti sulla valle.
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