Il
castello di Manfredonia è un complesso edilizio a pianta quadrangolare,
munito di spesse mura perimetrali e corredato agli angoli di tre torri
circolari e di un bastione pentagonale. All'interno sorge un'altro
nucleo fortificato, quadrato con quattro torri angolari (tre cilindriche
ed una quadrilatera). L'impianto,
che nel corso dei secoli ha subito, in adeguamento ai continui progressi
della tecnica della guerra, numerose modifiche di ordine strutturale
e formale, lascia tuttavia individuare con estrema chiarezza, due
delle più importanti fasi di costruzione: il nucleo svevo -
angioino e l'ampliamento aragonese. Sebbene carenti di specifici riscontri
documentali, il nucleo interno è generalmente ritenuto opera
ideata ed iniziata da re Manfredi di Svevia, nel corso dei lavori
del nuovo impianto urbanistico della novella Sipontum (1256-1266):
ad esso infatti si fa risalire la costruzione delle due torri quadrate
verso il mare (quella di sud-ovest, si presenta avviluppata completamente
da una torre cilindrica, ma come hanno mostrato i saggi effettuati,
ancora quasi integra sotto la muratura di rimpello) e probabilmente
dello stesso impianto generale. L'opera fu soltanto iniziata; più
tardi durante la dominazione angioina, si ripresero i lavori e l'intero
complesso castellano fu completato. L'ampliamento aragonese (seconda
metà del '400) è identificabile - ad eccezione del bastione
pentagonale - con l'attuale cinta esterna del castello. A seguito
di tale intervento il castello venne circondato da un profondo fossato
che, all'ingresso, posto sul fronte nord, venive superato con un ponte
levatoio. Un'ulteriore modifica al castello viene attestata dal bastione
pentagonale a nord - ovest (prima metà del '500). I successivi
interventi operati nei secoli XVII ed XVIII non apportarono sostanziali
trasformazioni al complesso, ma furono diretti ad una serie di modifiche
connesse alle nuove esigenze di ordine funzionale e logistico. Nel
XVII secolo fu in parte modificato il piano superiore dell'ala sud
del mastio, aperta la porta prospicente la marina, risanato lo stagno
del fossato e costruito di sana pianta il rivellino, quest'ultimo
oggi non più esistente. Con
l'abbandono da parte dei militari ai primi dell'800 ed il passaggio
in proprietà all'Orfanatrofio Militare di Napoli, il castello
fu soggetto ad altri e più gravi interventi; infine, venduto
al comune di Manfredonia al principio di questo secolo, esso è
stato ceduto allo Stato nel 1970 per la realizzazione del Museo Nazionale
del Gargano.