Storia

" Chi movendo dalla cittā di Bari
su la provinciale che mena a Taranto,
oltrepassato Capurso...
a circa 2 chilometri da questa,
volgendo a man sinistra di chi
procede vedrā, quasi appollaiata
tra la verde boscaglia di ulivi
e mandorli, bianca nel nitore
delle sue piccole casette, la
moderna Cellamare o come una
volta dissesi Cella d'Amore!..."

V. Roppo

E se č vero che i nomi racchiudono l'essenza delle cose, questo luogo deve essere stato un "idilliaco nido d'amore" per i suoi abitanti. La predisposizione degli indigeni verso i buoni sentimenti č confermata dalla scelta del patrono S. Amatore.
Di opinione diversa furono probabilmente quei forestieri che, giunti sul luogo, videro deluse le loro aspettative tanto da soprannominare il villaggio Cellamara, con la forma dialettale, Ceddamara.
Durante il mandato di Romualdo II la terra di Cellamare fu ceduta come feudo a Roberto Venato, al quale successe Galeotto Venato morto nel 1294.
Questa data segna il passaggio del possedimento al Regio Fisco (Tutini e De Bellis).
La mancanza di testimonianze ci costringe ad un enorme salto storico.
Durante le incursioni dell'esercito francese, proveniente da Napoli nel 1799, gran parte dei centri abitati pugliesi fu distrutta: Cellamare fu risparmiata probabilmente perchč i francesi, marciando da Montrone verso Rutigliano, vedendo il piccolo centro dalla collina di Pacifico, ritennero superfluo l'attacco.
Anche a Cellamare presero piede le idee liberali e unitarie come dimostra la piccola loggia carbonara, collegata a quella di Capurso detta " La Costanza di Catone in Utica", entro la repressione del governo Borbonico.
Nel 1860 anche i cittadini cellamaresi votarono l'annessione all'Italia di Casa Savoia.
Alla seconda metā dell'800 risale la realizzazione di opere pubbliche come l'ufficio post-telegrafico, il cimitero nuovo, altre strade.
I cellamaresi presero parte alla campagna di Abissinia e di Libia (erano in tutto 4).
Durante la Prima Guerra Mondiale ben 17 cellamaresi caddero sul campo di battaglia, altri 7 morirono a causa di ferite riportate in guerra. Una lapide sulla Torre dell'Orologio ricorda gli eroi cellamaresi.
La partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale fu ancora maggiore: circa trenta soldati, alcuni dei quali furono tenuti prigionieri in Germania. Questi valorosi combattenti sono ricordati da un monumento sito in Piazza Aldo Moro.

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