VALIDITÀ' URBANA DEL MODULO VOLUMETRICO A PIGNON

II modulo volumetrico a pignon è stato anche l'elemento generatore di molte delle antiche fabbriche che caratterizzano i nuclei urbani di Locorotondo, Cisternino e Martina Franca .
La lettura di questi aggregati urbani ha evidenziato che in passato la soluzione edilizia abitativa, ottenuta tramite l'impiego del modulo a pignon, interessava un maggior numero di edifici i quali, sia perché sottoposti a modifica, sia perché sostituiti da altre tipologie edilizie, sono quantitativamente diminuiti. Comunque si è rilevato che anche nell'articolazione spaziale di chiese e cappelle fu applicata la soluzione a pignon. Alcuni esempi sono: la chiesa di Santa Maria della Greca e quella di Sant'Anna sotto le mura di Locorotondo, la chiesa di San Nicola dei Greci a Martina Franca.
Attualmente per un riscontro degli edifici che ancora detengono coperture a pignon nei nuclei urbani, bisogna rifarsi a documentazionifotografiche aeree oppure a quelle eseguite dai campanili delle chiese, infatti i percorsi stradali, data la loro esigua larghezza, non consentono diagnosi appropriate.
Ad ogni modo esaminiamo l'abitato di Locorotondo. Il nucleo urbano antico di Locorotondo è, in prevalenza, realizzato tramite l'applicazione del modulo volumetrico a pignon, sia nella forma più dogmatica, sia nella vasta gamma delle sue elaborazioni.
Questo abitato fruisce, come supporto, di una superficie quasi pia- neggiante posta a quota 410 metri, ed ha il perimetro Sud prospiciente la Valle d'Itria, e quindi fronteggiante Martina Franca.
L'impianto planimetrico è conformato a similitudine di una duplice "corona ellittica", con l'asse maggiore orientato Nord-Ovest, Sud-Est e con i lotti edilizi disposti in maniera radiale. Nelle porzioni contenute in queste "corone ellittiche" la partitura delle fabbriche è scandita da una serie di strade che, prevalentemente, hanno un andamento Nord-Sud.
Su ogni lotto edilizio si riscontrano edifici con uno, due o tré piani, che si concludono con tetti a due o più falde rivestite di chiancarelle, a pignon, ovvero a cummerse.
Con questa tipologia costruttiva è anche strutturata la chiesa di Santa Maria della Greca, fabbrica voluta nel 1481 da Pirro del Balzo, principe di Taranto, uno dei pochi organismi architettonici di Puglia che riporta delle forme ogivali quasi integre.

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