Quindi, nell'ambito della Puglia, ma soprattutto della Valle d'Itria, infinite generazioni di contadini e di pastori si sono espresse in materia
di architettura, di urbanistica e di antropizzazione del territorio, conformando uno degli idiomi architettonici
più peculiare e cospicuo della
nostra regione.
Infatti l'essenza di questo irripetibile patrimonio è insita nella necessità del fare architettura, nonostante le innumerevoli avversità determinate dai fattori geografici e dalle vicende storiche.
Però i dati dello studio hanno anche evidenziato che gli addendi
cardini di questo idioma architettonico, ossia il modulo volumetrico a
trullo ed il modulo volumetrico a pignon, nonché i numerosi chilometri di muri a secco, rappresentano le strutture edilizie che maggiormente qualificano l'assetto architettonico di ambiti territoriali in cui i
rispettivi fruitori hanno saputo instaurare con l'aiuto del supporto geografico, anche un rapporto di lavoro proficuo ed elementare.
Ovviamente questo tipo di processo insediativo ha, come substrato
una forza che proviene dai bisogni di tipi di "società" che avevano delle
finalità di sostentamento e delle modalità di espressione provenienti da
un bagaglio mnemonico e dalla volontà di evolverlo in ragione di specifiche esigenze.
Però è dalla valutazione delle strutture architettoniche e dal modo di
operare dei suoi consecutivi fruitori che si riescono a capire le peculiarità di questo fenomeno pugliese, il quale ha come componente essenziale l'agricoltura e la zootecnia.
Senza il lavoro equilibrato dei campi e la parsimoniosa utilizzazione
del suolo, non avremmo avuto la costituzione di questi stupendi ambienti territoriali con i relativi addendi architettonici ed urbanistici.
Pertanto attualmente, per assicurare un futuro a queste testomonianze del passato, diventa elemento di preoccupazione sia l'abbandono
delle terre e la progressiva diminuzione della superficie agricola coltivata, sia la diffusione della moda del "possesso" di una seconda abitazione da impiegare per il week-end, o per le ferie.
Per quanto riguarda i nuclei urbani, mentre le scelte abitative di
Locorotondo, ed in parte di Cisternino, nei confronti della Valle d'Itria
si articolano con modalità che lasciano quasi immutato l'antico assetto
dei loro involucri prospicienti la Valle, quello di Martina Franca ha
superato ogni rispetto non solo nei confronti del territorio circostante,
ma soprattutto in merito al suo nucleo antico. La recente espansione di
questo aggregato urbano ha fagocitato inesorabilmente la sua
porzione più antica e più cospicua, straripando lungo le falde della
collina con un disegno urbano privo di qualsiasi logica ed esplicato
tramite una deprimente e pretenziosa edilizia.