La puntualizzazione del volume architettonico trullo dovuta sia alle
consecutive sperimentazioni costruttive con cui i contadini e i pastori
ampliarono il proprio bagaglio esperienziale, sia alle correlazioni tra
una serie di parametri di diversa natura e di differente derivazione.
Recenti studi hanno stabilito che modelli architettonici simili ai
trulli pugliesi sono diffusi negli ambiti geografici delle nazioni che
conformano la perimetrazione del Mediterraneo.
Edward Allen ha constatato che rifugi aventi una struttura simile a
quella del trullo sono stati rintracciati in Egitto, Mesopotamia, Grecia,
Dalmazia, Sicilia e Sardegna, per cui appare probabile che tale forma
architettonica sia stata importata. Le pi antiche costruzioni a volte
erette dagli Egizi e dai Medii del terzo millennio a.C. sono del tipo a
trullo.
Il Simoncini invece ritiene che la "funzione determinante che le
condizioni ambientali esercitano sulla architettura a trullo e di conseguenza la variet e variabilit dei tipi da luogo a luogo, fa ritenere che
un tentativo di ricerca delle sue origini debba essere connesso non
tanto ad un tipo edilizio particolare quanto ad uno generalizzato, da
considerare primordiale, idealmente costituito dei caratteri essenziali e
costanti della specie".
In merito egli considera tre elementi fondamentali che contribuirono alla puntualizzazione della fabbrica tipo: "l'aspetto strutturale, risolto nel sistema a tholos, costituito di anelli di conci allettati a
secco su piani orizzontali progressivamente aggettanti e chiusi in
chiave da una grossa pietra. La priorit di tale metodo costruttivo garantita oltre che in sede storica ( stato infatti il primo ad essere correttamente usato nella costruzione delle volte fin dal III millennio a.C.
nelle architetture egizie e mesopotamiche), anche in sede di realizzazione, data la grande semplicit esecutiva"; "un secondo elemento riguarda la funzione di tale tipo edilizio, da ritenere esclusivamente connessa ad attivit contadine, funzione che come si vedr si articola in abitazione permanente o provvisoria o semplice ricovero, ma sempre
legata al rapporto tra l'uomo ed il campo"; "un ultimo elemento caratteristico di tale tipo edilizio rappresentato dall'impianto planimetrico,
in origine presumibilmente circolare. Tale forma infatti propria
degli edifici preistorici ad essi simili".
Ad ogni modo, anche se ci furono delle osmosi mnemoniche che
comportarono la trasposizione sia dei principi costruttivi che di assetto
volumetrico, questi vennero ampliamento filtrati e rielaborati con
l'apporto della tradizione architettonica locale e delle specifiche esigenze.
Tra i diversi repertori architettonici della nostra regione, quello che
ha dato maggiori contributi stato il repertorio delle "chiese a cupola".
Non vi dubbio che alcuni modelli di chiese a cupola siano stati matrici
di forme spaziali, di tecniche costruttive e di modalit strutturali dei
trulli.
Innanzitutto evidente, nei due repertori, l'esistenza delle due distinte strutture volumetriche, una interna, l'altra esterna, sagomate
con spazialit indipendenti; seguono le similitudini esplicate sia negli
elementi di raccordo tra la porzione inferiore dei paramenti murari
delle chiese che dei trulli; le corrispondenti articolazioni delle cupole
nella definizione delle due indipendenti forme dell'involucro; l'evidente trasposizione di numerosi componenti architettonici.
Inoltre l'artificio costruttivo puntualizzato nelle chiese a cupola
quando il modulo volumetrico entra in combinazione, ossia la redazione
di fornici per ogni lato del quadrangolo di base, che consente abbinamenti consecutivi nelle quattro direzioni, riscontrabile nei trulli in
un primo tempo come caratteristica migliorativa della statica del sistema costruttivo, in un secondo tempo con lo scopo di accorpare due o
pi volumi architettonici.