PIETRA A SECCO

Caratteristica della Puglia sono le strutture in "pietra a secco", importanti non solo per essere essenza di alcuni sistemi edilizi, ma anche supporto di svariati processi insediativi con cui generazioni di contadini hanno materialmente costruito e trasformato il nostro territorio.
Si tratta di procedimenti lavorativi alquanto complessi che si trovano sintetizzati efficacemente nella" Murgia dei Trulli", ed in particolare nella Valle d'Itria.
La tecnica costruttiva delle strutture in "pietra a secco" è sempre stata attuata mediante la semplice lavorazione dei materiali lapidei, senza l'impiego di malte o di cementi. Con la sua applicazione sono stati realizzati i muri di confine delle proprietà terriere, i muri di delimitazione dei percorsi stradali, i muri di contenimento del terreno per costituire dei terrazzamenti, i muri d'ambito di particolari abitazioni, i trulli, le costruzioni coperte a "lamia" ed a "pignon".
Praticamente con questa tecnica costruttiva è stata redatta buona parte della organizzazione agricola ed insediativa della Valle d'Itria, e quindi anche paesaggistica.
La realizzazione delle strutture prive di malta e di leganti, innescarono una serie di problematiche che risultano essere state risolte con l'esperienza costruttiva, mediante la catalogaziene delle modalità di edificazione applicate per tipologie di manufatti: muri di delimitazione e di contenimento, fabbriche a trullo, fabbriche a pignon, jazzi, eccetera. Sussiste invece una particolarità comune per tutte le specie di strutture realizzate a secco costituita dal materiale adoperato: la pietra, considerata, però, in tutta la vastissima gamma di forme e spessori.
L'apporto che le opere in pietra a secco diedero alla fisionamia dei nostri ambienti territoriali è da ricercare principalmente nelle trasformazioni che furono effettuate, ad iniziare dagli ultimi decenni del 1600 e che si protrassero durante il 1700 ed il 1800, con lo scopo di recuperare i campi incolti o di modificare la boscaglia in superfici coltivate ed abitate.
Inizialmente tali processi furono realizzati con delle piccole trasformazioni, eseguite da nuclei familiari, sui terreni incolti, mentre, successivamente si provvide a trasformare il bosco e ad incrementare le superfici fruibili con terrazzamenti sulle falde delle colline.
Nell'attuazione di queste trasformazioni agrarie di insediamento, vennero considerati, prevalentemene, quei procedimenti costruttivi che potevano essere esplicati e gestiti dal bagaglio esperienziale degli stessi contadini e pastori, anche in ragione del reperimento dei materiali da costruzione e dei condizionamenti legislativi che alcuni Conti ed alcuni Duchi emanarono in quelle epoche in Puglia.
Pertanto le modalità costruttive in pietra a secco, già applicate in antichi manufatti della nostra regione, hanno significato, per i nostri avi, una condizione di scelta inevitabile per le loro necessità, e non, semplicemente, una predilezione del gusto.
Però, proprio la caratteristica di poter gestire in maniera autonoma un procedimento costruttivo ben differente da tutti gli altri in vigore in quell'epoca, sensibilizzò a tal punto la capacità sperimentale ed elaborativa di contadini e pastori, da consentire una libertà di edificazione connessa alle esigenze, ma anche innescando la possibilità di una evoluzione dei modelli, e quindi la nascita di uno specifico "linguaggio architettonico".
Queste constatazioni assumono ulteriore rilevanza se si considera che proprio contadini e pastori gestirono il ciclo completo dei processi produttivi dei manufatti edili in pietra a secco, dall'ipotetico progetto al manufatto compiuto, senza l'ausilio dell'apporto operativo di qualsiasi "tecnico", ossia di ingegneri, architetti, geometri, periti edili.
Per l'approviggionamento della pietra si tenne conto della natura geologica dei nostri territori, conformati prevalentemente, da calcare stratificato, nonché dei materiali lapidei incoerenti che, sparsi nel terreno, costituivano danno ed ingombro alle attività agricole.
Questa correlazione tra strutture edificate e caratteri del suolo implicano consecuzioni di differenti modi di fruire del territorio; infatti fu adoperato con funzione di cava estrattiva, di deposito di materiali lapidei, di campo recintato, di campo coltivato, di sito per la realizzazione di abitazioni, di luogo per l'allevamento del bestiame, di luogo per la trasformazione dei prodotti agricoli, eccetera, comunque il dato finale è la costituzione di nuovi paesaggi ben diversi da quelli iniziali.

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