EPOCA ROMANA

INTRODUZIONE

L'occupazione romana avvenne pacificamente, senza incontrare alcuna resistenza; anzi la città di Ruvo si mantenne sempre amica e fedele alla Repubblica Romana, per cui, questa vi fissò le stazioni per poter sovvenire e ben guardare le città vicine e le provincie confinanti. Senza dubbio questa fu la ragione per cui la nostra città sotto la dominazione romana godette dei privilegi, fra i quali dapprima quello dell'autonomia, cioè quello di governarsi da sè con proprie leggi e con suoi magistrati. Ma col passar del tempo questa interna libertà scomparve e Ruvo, ottenuta la cittadinanza romana come città amica e fedele, ebbe la favorevole condizione di costituirsi in municipio.

1 - IMPORTANZA DEL MUNICIPIO ROMANO

Un prezioso documento dell'importanza del municipio romano è l'epigrafe, che trovasi oggi posta nella base della torre del pubblico orologio, sovrapposta ad altra lapide, che la illustra, dettata da Michele Boccumini.

2 - I SANTI PIETRO E CLETO

La costante tradizione c'insegna che San Pietro passò due volte da Ruvo. Passandovi la prima volta nel 44 dell'era cristiana, si fermò a predicare la nuova fede; ma, giunto a Roma, fu costretto subito a fuggir via per le persecuzioni dell'imperatore Claudio contro i Giudei, sotto il qual nome andavano compresi i Cristiani. Quando ripassò la seconda volta per recarsi di nuovo a Roma, trovò che i suoi convertiti erano tornati al paganesimo; onde questa volta, per mantenere viva la fede nascente, vi lasciò per vescovo Cleto, cittadino romano, che, eletto papa alla morte di S. Lino, fu terzo pontefice dopo San Pietro. Il vescovado di Ruvo è perciò antichissimo ed istituito dallo stesso apostolo San Pietro. Quando nel 1818 fu unito a quello di Bitonto, la sua maggiore antichità gli valse la priorità, onde il Vescovo fu detto "Vescovo di Ruvo e di Bitonto". S. Cleto venne stabilito Vescovo della regione pugliese e si fissò a Ruvo, città in quell'epoca, primaria e molto popolosa; la quale circostanza comprova ancora di più l'importanza del municipio romano. Che San Cleto sia stato il primo vescovo di Ruvo ce lo mostra il fatto che questa città l'ha sempre avuto e venerato in tutti i tempi per uno dei suoi santi protettori, giacchè quasi tutte le antiche città tengono per loro protettori i primi vescovi. Prima che nel 1643 fosse rifatta ed ampliata l'attuale chiesa del Purgatorio, ne esisteva soltanto la navata settentrionale che aveva il nome di chiesa di San Cleto. Nel rifarla, per divozione, si lasciò intatto un antro detto "grotta di San Cleto", che ad essa è sottoposto. Senza alcun dubbio questa grotta fu una catacomba e la chiesa primitiva dei primi cristiani, che per sfuggire alle persecuzioni vi si rifugiavano per l'esercizio dei loro culti. Vi è dentro un altare con una statua di pietra di detto Protettore, sotto la quale si legge un'iscrizione latina, che avverte i Ruvestini di non temere perchè il Santo prega per loro. Vi si nota un pozzetto profondo quanto un braccio, dal quale estraevasi l'acqua per battezzare i catecumeni. Dalle cose dette risulta che, se questa grotta ai tempi di S. Cleto, cioè nel primo secolo di Cristo, serviva da catacomba ai primi cristiani, non poteva nello stesso tempo servire da serbatoio di acque per la vicina terma, che in quest'epoca doveva essere aperta all'uso del pubblico, tanto piu' che il sotterraneo non finiva con la grotta, ma mediante un foro continuava non si sa dove.

3 - RUVO, LUOGO DI FERMATA SULLA VIA TRAIANA

Ruvo trovavasi sulla via Traiana ed era luogo di fermata, perchè distava una giornata di cammino tanto da Bari che da Canosa. Nel suo viaggio da Roma a Brindisi il poeta Orazio si fermò a Ruvo, dove giunse stanco per il malagevole viaggio, causa le molte pioggie.

4 - PRIMA DIMINUIZIONE DEL TERRITORIO DI RUVO

In quest'epoca l'antico agro ruvestino subì la prima diminuizione, perchè nei primi cinque secoli dell'era cristiana sorgono una dopo l'altra le citta' marittime di Molfetta, Trani e Bisceglie. Gli attuali tenimenti di Molfetta e di Bisceglie furono distaccati dall'antico agro ruvestino, che da ora in poi non si estese più fino al mare. Probabilmente dal territorio di Ruvo fu distaccata anche quella parte del tenimento di Trani, che oggi confina con l'agro di Corato e che, prima che sorgesse questa citta', confinava con quello di Ruvo.



Il Medio Evo comincia col V secolo dopo Cristo, cioè con la fine della dominazione romana e termina per Ruvo nel 1510, nel quale anno principia il dominio di Casa Carafa. Questo lungo lasso di tempo sarà diviso per comodità in quattro periodi: EPOCA BARBARA - EPOCA NORMANNO SVEVA - DINASTIA ANGIOINA - DINASTIA ARAGONESE

EPOCA BARBARA

INTRODUZIONE

L'epoca barbara comincia col V secolo dopo Cristo con le prime invasioni barbariche e termina verso la metà del secolo XI con la costituzione dei Ducato di Puglia da parte dei Normanni. Essa comprende i sei secoli barbari, che sono la notte lunga e tempestosa, che divide il tramonto della civiltà classica greco-romana e l'alba della civiltà moderna.

1 - DISTRUZIONE ED EDIFICAZIONE DELLA CITTA' MEDIEVALE

Le guerre bizantine, gotiche e longobarde e le orribili scorrerie dei Saraceni, che prima del mille ebbero per teatro la Puglia, trovarono indifesa la nostra città, per la qual cosa essa patì orribili sciagure e l'estrema rovina. Verso la fine del V secolo dopo Cristo, Ruvo fu rasa al suolo dai Goti. Certamente l'antica città greca fu in questi tempi terribili completamente distrutta e ridotta in un enorme mucchio di macerie, le quali fecero elevare il suolo dell'odierna città fino all'altezza di 20-30 palmi, come dimostra il fatto che non rare volte è avvenuto di trovare a tale profondità o una strada con l'impressione delle ruote sulle selci ovvero un sepolcro greco. Distrutta completamente la città greca, della quale non rimangono neppure i ruderi, la città medioevale sorse sul declivio meridionale della collina, sotto un clima più temperato e meno esposto ai venti. Essa fu edificata in parte sulle rovine dell'antica città, come prova il fatto, che, essendosi ricostituite molte case, nel cavare le fondarnenta di esse si è osservato che le case suddette erano state edificate su di altre antiche abitazioni, in parte sulla necropoli greca, come si rileva dai sepolcri greci trovati nel suo sottosuolo.

2 - SISTEMA DI FORTIFICAZIONI DELL'ANTICA CITTA' MEDIEVALE

Ammaestrata dalle patite sciagure, Ruvo pensò seriamente a fortificarsi, quindi nelle guerre normanne la troviamo potentemente munita di un sistema di valide fortificazioni. Queste prime fortificazioni di Ruvo consistevano in un'alta muraglia, che la cingeva d'ogni intorno, formata di semplice fabbrica senz'alcun rivestimento al di fuori, e fiancheggiata da torri per lo più quadrate. Queste antiche mura segnavano il pomerio della città medioevale, che corrisponde presso a poco all'odierno stradone, quindi può dirsi che tutto ciò, che è al di fuori dello stradone, è la città nuova e tutto ciò che è al di dentro è la città medioevale. In questa si entrava mediante quattro porte, ciascuna munita di due torrioni e denominate: Porta di Noja o de Noha, detta anche Porta Noè, del Buccettolo, del Castello e di Sant'Angelo o Porta Nuova. Nel caso che le mura fossero scavalcate e le porte abbattute, costituiva ancora una formidabile difesa il Castello, divenuto in seguito palazzo baronale, reso fortissimo dall'attigua torre, che ne era il fortilizio, alta 33 metri, chiamata TORRE DEL PILOTA. Questa torre era composta di quattro piani, ciascuno dei quali era diviso dall'altro mediante una volta assai ben costruita in forma di scodella, che lasciava nel mezzo un vuoto somigliante alla bocca di un pozzo.

TORRE DEL PILOTA

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