PALAZZO DI CITTA'
Il corpo centrale delle tre parti che compongono il grande complesso del
Piccinni testimonia l'intenzione del progettista di indicare, in maniera
inequivocabile, pur nell' unitarietà della facciata, il "tempio
della musica". Predominano le linee verticali, sottolineate dalla colonne
doriche che conducono al portico, da cui si accede ai locali adibiti a biglietteria,
guardaroba e sala da caffè. Salendo alcuni gradini si giunge al vestibolo
ottagonale e, tramite la porta centrale alla platea e le
scale laterali, ai palchi. E' evidente l'impronta marcatamente neoclassica
che il progettista Niccolini ha voluto attribuire alla facciata. La parte
centrale fu completata ed inaugurata nel 1854; le due ali infatti, pur previste
nel progetto originario, vennero realizzate molti anni dopo. Prima di procedere
alla posa della prima pietra si dovette affrontare un'ulteriore difficoltà:
si dovettero indennizzare i due fittuari dei terreni (di proprietà
comunale) su cui sarebbe stato realizzato il teatro. Essi vi tenevano una coltivazione
di cotone, assai diffusa a Bari in quel periodo in quanto dava due raccolti
l'anno con proficui risultati, anche su piccole estensioni di terreno. La data in
cui si svolse la cerimonia della prima pietra si può individuare
nel 15 Ottobre del 1840 o nel 18 Ottobre 1840 (Giulio Petroni). In circa
tre anni l'edificio fu portato fino al tetto. Furono apportate alcune modifiche
al progetto originale: lo sfondato del palcoscenico fu accorciato di oltre
due metri e furono eliminati tre o quattro scalini per mezzo dei quali si
scendeva nel palco reale. L'effetto fu una notevole riduzione di profondità
della cassa armonica. Tale leggerezza fu criticata dal Cavalier Niccolini,
il quale, proprio in quel periodo, pubblicò un libro in cui dimostrava
che l'acustica di un teatro non dipendeva dal caso, ma era il risultato
della cura e dell'arte poste nel costruirlo. Al termine della realizzazione
la spesa fu di 33273 ducati.
FERDINANDO II DI BORBONE
(Palermo 12.1.1810-Caserta 22.5.1859)
sposa 1) Maria Cristina di Savoia (1812-1836)
2) Maria Teresa d'Austria (1816-1867)
Nel 1843, quando il re Ferdinando II venne in visita a Bari l'arcivescovo
della città, monsignor Basilio Clary gli rivolse la preghiera di
far costruire una chiesa nel nuovo borgo e ottenne l'assenso del Sovrano.
Dopo aver chiesto infatti alle autorità locali se era possibile trasformare
il teatro in chiesa ed aver appreso che un tale mutamento non era realizzabile,
il Re ordinò la sospensione dei lavori e l'edificazione della Chiesa
con i soldi stanziati per il teatro. La chiesa fu terminata e aperta al
culto il 30 Maggio 1849. Nel frattempo come scrive Petroni "lincompiuto
edifizio col suo ingombro attristava il più bel sito della città."
Nel 1852 fu nominato intendente della Provincia il Commissario Luigi Ayossa
che diede ascolto alle richieste dei cittadini e ordinò il completamento
dei lavori di realizzazione dell'edificio. Nel frattempo nel 1850 era deceduto
il progettista Antonio Niccolini. Ayossa fece venire i più rinomati
artisti del momento perchè si occupassero delle parti di lavoro di
loro competenza: Luigi De Luise, elaborò le figure del velario; Leopoldo
Galluzzi e Giuseppe Castagna le decorazioni; Fortunato Querieau il macchinario
del palcoscenico; Michele De Napoli il grande telone, sul quale sarebbe
stato raffigurato il torneo dato a Bari il 25 Agosto 1258 dal Re Manfredi,
in onore dell'imperatore Baldovino. In questo periodo era sindaco della
città Antonio Carrassi. Il velario o soffitto avrebbe raffigurato
l'Olimpo con Apollo sul cavallo Pegaso in mezzo alle muse, con stemmi ed
ornati a basso rilievo, dorati con oro di Francia. Il prospetto degli ultimi
quattro ordini di palchi e le decorazioni accessorie dovevano essere a fondo
bianco a pastiglia lucida e con ornamenti di carta pesta indorata. Il parapetto
del primo ordine di palchi e la sottostante zoccolatura andavano eseguiti
in stucco lucido imitante il marmo colorato. L'interno dei palchi sarebbe
stato rivestito con carta di Francia, scegliendo, per il palco reale, quella
vellutata e damascata di color cremisi. Non si erano seguite le indicazioni contenute nella Memoria di
Niccolini che suggeriva di provvedere nella prima fase, per motivo di economia
all'edificazione della parte centrale e delle ali sino al primo piano.
Nella riunione del 4 Giugno 1854, il Sindaco Antonio Carrassi propose di
intitolare l'edificio Real Teatro Maria Teresa in onore della consorte del
Sovrano Ferdinando II. A riprova della gratitudine dei baresi nei confronti
dei Borboni va ricordato che la nuova chiesa dl borgo fu intitolata a San
Ferdinando e che l'attuale Corso Vittorio Emanuele era detto allora Ferdinandeo.
La questione dell'intitolazione del teatro si protrasse ben oltre la data
di inaugurazione che si sarebbe dovuta tenere il 30 Maggio 1854 ma che fu
rinviata al 4 Ottobre data che coincideva con l'onomastico del principe
ereditario.