VILLAGGI RUPESTRI
Con il crollo del
Sacro Romano Impero in Puglia giunsero Bizantini, Goti, Longobardi, Slavi,
Franchi, Saraceni. Una cappa di terrore incombeva a causa delle cruente
invasioni e delle devastanti distruzioni. Era necessario nascondersi lontano
dalle vie Appia e Traiana, percorse dagli eserciti. Così nacquero le città
sotterranee, favorite dalla natura del suolo della Murgia, corrugata da
dirupi vertiginosi che sprofondano anche dai trecento ai cento metri.
Per quattro secoli, a partire dal VIII secolo d. C., le grotte della Puglia
furono abitate da un popolo silenzioso e misterioso. Tutto era ricavato
nella pietra: letti, sedili, mensole, vasche, lucernari, stalle, nicchie.
Ogni villaggio rupestre aveva la farmacia e poi ancora mulini, frantoi,
botteghe, prigioni, cimiteri. Dalla Grecia arrivarono i monaci di San
Basilio incalzati dagli Arabi e dalle persecuzioni iconoclaste di Bisanzio
del IX e X secolo d. C., principali soggetti di questo stile di vita.
Si rifugiarono nelle grotte naturali e accomunarono vita attiva e contemplativa,
preghiera e lavoro nei campi. Modificarono le cavità delle gravine per
ricavare dei luoghi di culto. Gli ambienti così ottenuti furono impreziositi
da affreschi: una grande pinacoteca sotterranea nelle impervie località
delle regioni del golfo di Taranto. Queste cripte sono considerate un
gioiello per l'insieme degli elementi, naturali ed artificiali, che le
compongono: la vegetazione dell'ambiente che le circonda, il colore del
tufo, sapientemente illuminato dalle aperture, gli elementi architettonici,
frutto dell'ingegno popolare, le pitture realizzate allo stile in voga
nelle altre provincie dell'impero bizantino con variazioni di arte tipicamente
pugliese. Ancora oggi queste cripte costituiscono quasi tutta la pittura
medievale pugliese. A Massafra si trova concentrato il maggior numero
di cripte basiliane di tutta la Puglia.
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