CIVILTA' MICENEA
Gli scavi hanno dato
alla luce numerose testimonianze della penetrazione micenea (costituite
da ceramica di modesto valore) avvenuta già dal secondo millennio e protrattasi
sino al IX secolo a. C.. Il numero consistente dei ritrovamenti fa supporre
che in questi luoghi vi fu un insediamento stabile della cultura achea,
soprattutto nelle zone di Scoglio del Tonno, Porto Perone, Torre Castelluccia
e Saturo in provincia di Taranto. Detta civiltà precede l'inizio della
colonizzazione greca e ad essa si fonde.
A
comprovare l'importanza che la zona attorno a Parabita (Lecce)
ha rivestito nella preistoria sono recentemente venute alla luce su un'altura a pochi chilometri
dall'abitato sicure testimonianze di un villaggio risalente alla tarda
età del bronzo: un riparo sotto roccia dei muretti forse di fondazione
o di contenimento, due focolai, una moltitudine di fori nella roccia per
l'impianto nel suolo delle capanne. Problematica appare la ricostruzione
di queste, dal momento che la disposizione dei fori per i relativi pali
non è regolare ed il loro diametro cambia sensibilmente. Si è ipotizzato
per questo che si possa trattare di due frequentazioni nello stesso posto
o che, nel tempo, le capanne siano state ricostruite con disposizioni
diverse. L'esame dei reperti testimonia la presenza dell'uomo dalla tarda
età del bronzo alla prima età del ferro; ma sono stati anche ritrovati
frammenti di vasi d'epoca medioevale a conferma di un insediamento bizantino
su tutta la Serra che si conosceva già da tempo. La singolarità e l'estrema
importanza che l'insediamento preistorico riveste è data dal ritrovamento
di tre frammenti di ceramica micenea, forse resti di una coppa. La presenza
di quegli antichi abitanti del Peloponneso è stata finora riscontrata
nel Salento solo ad Otranto, Leuca e Porto Cesareo, tutte località marine,
mentre questo di Parabita è il primo esempio nell'entroterra. Questo
ci prova che i contatti tra gl'indigeni e i Micenei precedono di gran
lunga le massicce migrazioni, avvenute a partire dall'VIII secolo a.C.,
di popolazioni provenienti dall'altra sponda dell'Adriatico, che finirono
per colonizzare tutta la penisola salentina. Ovviamente, i pochi reperti
recuperati non possono essere recuperati come una prova sicura di un insediamento
miceneo. E' molto più logico pensare che costoro avessero lungo la costa,
a pochi chilometri da Parabita, un approdo dove rifornirsi di viveri
e acqua e d'intrattenere scambi commerciali con gli abitanti del luogo,
che appunto sulla collina di Parabita dovevano avere costituito
uno dei maggiori insediamenti data la posizione favorevole del luogo anche
dal punto di vista strategico. Purtroppo, ciò che oggi possiamo osservare
e studiare di questo villaggio preistorico è solo una parte di quello
che doveva essere il complesso dell'insediamento, già largamente distrutto
da una cava; solo il tempestivo intervento della Soprintendenza ha potuto
assicurare il recupero delle ultime testimonianze risparmiate dai lavori
del cantiere. Quest'ultima scoperta contribuirà a diradare le tenebre
in cui sono ancora avvolte le prime presenze umane nella zona, aggiungendosi
allo studio dei ritrovamenti fatti nella grotta delle "Veneri" e in un'altra
grotticella rinvenuta lo scorso anno da soci dell'Archeoclub locale. Questo,
visti gl'importanti risultati ultimamente raggiunti, continua la sistematica
perlustrazione delle zone vicine al paese, che sicuramente sono state
nell'antichità interessate da altri insediamenti umani. Notevoli quantità
di frammenti ceramici dell'età del Bronzo, infatti, sono già stati ritrovati,
e purtroppo sempre nella zona ampiamente distrutta dalla cava, che se
ha contribuito a mette in luce i reti del villaggio preistorico ne ha
anche provocato in buona parte lo sconvolgimento.
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