SALENTO: i luoghi e la storia
       

Storia di Alezio

Scheda di Alezio

Storia del Salento

STORIA DEL SALENTO: Grotte di Dio

Cappella di San Nicola (Mottola)

Ingresso al tempio di San Nicola (Mottola)

ERA PREISTORICA

TESTIMONIANZE PREISTORICHE

CIVILTA' MICENEA

CIVILTA' MESSAPICA

TORRE PINTA

MAGNA GRECIA

VILLAGGI RUPESTRI

GROTTE DI DIO

IL MITO DI EGNAZIA

MUSEO DI TARANTO

GROTTE DI DIO

Fu la civiltà della "frescura e del silenzio". Ma non solo. Fu anche la civiltà dell'ingegno e dell'operosità. Il popolo misterioso ed affascinante che per quattro secoli abitò le grotte di Puglia non fu un popolo di perdenti. Crollava il Sacro romano impero. Nella regione calarono i Bizantini, i Goti, i Longobardi, gli Slavi, i Franchi, i Saraceni, fino alla seconda conquista e colonizzazione bizantina, alle soglie dell'anno Mille. Una cappa di terrore incombeva. Dove nascondersi? Fu così che nacquero le città sotterranee. Per l'antica terra d'Otranto non era una novità. Dal tempo dei tempi la grotta è stata per l'uomo "casa, santuario, difesa, rifugio". Lo consentivano la natura del luogo, i dirupi spaventosi delle gravine dove la Murgia d'improvviso sprofonda dai trecento ai cento metri. Lo imponeva la necessità di rifugiarsi lontano dall'Appia e dalla Traiana, le vecchie vie consolari percorse dagli eserciti. Lo suggeriva l'alto costo dei materiali da costruzione. E poi dalla Grecia vennero i monaci di S. Basilio a far nascere l'equivoco delle "grotte di Dio". Non si contavano le loro comunità nei territori dominati dall'Impero d'Oriente; stavolta arrivavano incalzati dagli Arabi di Ibrahim e dalla "guerra delle icone" che laceravano Bisanzio. Furono loro ad impreziosire quel mondo sepolto con le chiese che ancora oggi custodiscono "quasi tutta la pittura medioevale pugliese: una grande pinacoteca sotterranea". Capeggiarono quell'avventura della creatività popolare sui fianchi infernali dei precipizi nel Salento, nel Tarantino, nel Materano. Vita attiva e contemplativa, preghiera e lavoro nei campi. Quei burroni sembravano irraggiungibili e, per chi non li conosce, lo sono. Ma occhi esperti scorgono incredibili sentieri scavati nel sasso, scalette di corda, camminamenti, gradini abbozzati, cunicoli vertiginosi. All'alba un popolo di formiche sbucava dalle grotte con gli animali, vi si richiudeva al tramonto con i prodotti della terra. Tutto aveva ricavato nella pietra: letti, sedili, mensole, vasche, lucernari, stalle, nicchie nelle case a più piani. E mulini, frantoi, botteghe, prigioni, cimiteri. E ogni villaggio aveva la sua farmacia con centinaia di cellette scolpite nelle pareti. E stupefacenti acquedotti sfruttavano le fessure nelle rocce, canaletti naturali, terra permeabile per fare arrivare l'acqua nelle cisterne. Ma ciò che di più bello ci rimane di quel mondo sommerso sono le chiese: centinaia di affreschi di santi, Madonne, Cristi. Presso Mottola le chiese rupestri sono più di trenta. Anche qui sono orientate secondo un preciso schema liturgico, le absidi verso Oriente. Sant'Angelo è un esmpio unico in tutto l'arco ionico di architettura rupestre su due livelli. E poi Santa Margherita e San Gregorio, San Nicola, San Cesario e Sant'Apollinare: ecco i monumenti di quello che potrebbe essere uno dei parchi naturali ed archeologici più importanti della regione. Sono dipinti che ancora emozionano. Nel buio della terra le facce dei santi risplendono, quasi ad invocare pietà contro l'insulto degli uomini. Molti hanno la testa tranciata, altri gli occhi cavati dal piccone. Vandalismo, superstizione, speculazione: questa l'amara sorte di un mondo silenzioso e imponente che mille anni dopo non riesce più a sopravvivere neanche nascondendosi.

Il lavoro sviluppato in questo sito è frutto, oltre che dell'entusiasmo per questa mia prima esperienza in rete e dell'interesse per l'oggetto della ricerca, della preziosa, chiara e paziente collaborazione del Prof. Antonio DADDABBO. A lui vanno i miei più sentiti ringraziamenti per avermi insegnato a scoprire una nuova dimensione e per avermi rimandato all'importanza dell'apprendimento diretto ... a quella "scuola-bottega" di cui spesso ignoriamo il significato.
LA BOTTEGA DEL RILIEVO
Rilevamento Fotogrammetrico dell'Architettura
Prof. Antonio DADDABBO

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Ultima revisione sito:
14 Febbraio 2001