SALENTO: i luoghi e la storia
       

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Scheda di Alezio

Storia del Salento

STORIA DEL SALENTO: Egnazia

Egnazia: resti dell'antica città

Vista dall'alto dell'area archeologica di Egnazia

ERA PREISTORICA

TESTIMONIANZE PREISTORICHE

CIVILTA' MICENEA

CIVILTA' MESSAPICA

TORRE PINTA

MAGNA GRECIA

VILLAGGI RUPESTRI

GROTTE DI DIO

IL MITO DI EGNAZIA

MUSEO DI TARANTO

EGNAZIA

Il moderato autunno mediterraneo può essere un periodo particolarmente suggestivo per spingersi a visitare un tratto di litorale, sul lato adriatico della costa settentrionale pugliese, dove l'erosione degli elementi naturali si confonde con il ricordo di una civiltà che nel tempo passato ha forgiato pazientemente la roccia delle scogliere. In questo luogo il mare ha cesellato uno spazio antropico. O, si potrebbe anche dire, la mano dell'uomo ha domato l'ambiente penetrando con opere massicce verso l'Adriatico e dominandone la forza distruttrice: non si riuscirebbe a definire altrimenti il predominio l'uno sull'altro, come ad esempio il punto in cui sono ancora evidenti, nelle lingue di roccia tufacea sulla battigia, i solchi da cui sono stati tratti i conci adoperati per ergere le adiacenti fortificazioni di difesa, gli approdi per le navi, le stesse abitazioni ed i luoghi di culto e di lavoro. Emblematico, nella vasta area archeologica di Egnazia, in provincia di Brindisi, il sito posto all'estrema propaggine settentrionale dell'area: qui i resti delle possenti mura lambiscono la schiuma salmastra e paiono protesi nell'atto di stringere un amichevole patto con l'elemento liquido. Tutto intorno, la superficie dello scoglio si presenta ancora costellata dai segni incancellabili dal lavoro manuale di scavo e, nonostante l'azione millenaria delle onde, è perfettamente riconoscibile il canale che anticamente riversava dall'interno le acque piovane al fine di impedire l'insabbiamento del porto. Allo stesso modo sono ispezionabili le cisterne dalle pareti finemente impermeabilizzate e le opere funerarie adiacenti la battigia dove la vita, secondo il mito, invece inizia. Ed ancora, vestigia di strade, canali, fornaci, moli possenti conservati sotto la superficie dell'acqua raccontano di un connubio dove la natura è accarezzata ed accondiscesa, prende talora l'aspetto della divinità che si asseconda, si accompagna e si teme. Una bella lezione per il cosiddetto uomo moderno, non c'è che dire.

L'area archeologica di Egnazia, ormai il secondo polo museale di tipo archeologico in Puglia dopo il Museo Nazionale di Taranto, è ora completamente fruibile, anche con percorsi notturni e per disabili, e si estende per una superficie complessiva di circa 40 ettari. Particolarmente significativa è l'area compresa fra due profonde insenature, delle quali la meridionale corrisponde all'originale approdo risalente all'età del ferro, mentre il secondo, ricco di importanti resti subacquei, sembra attestare con certezza un uso successivo di epoca romana, come dimostrano le opere sottomarine realizzate e che sembrano escludere l'utilizzo di maestranze locali. La fascia peninsulare stretta fra le due baie, piana e sopraelevata di circa dieci metri ad opera più delle sedimentazioni antropiche che non per motivi naturali, costituiva l'Acropoli, il luogo centrale dell'antico insediamento, all'interno del quale sono conservati i resti del tempio pagano. Luogo eletto e libero da impianti di tipo residenziale o produttivo, che invece erano dislocati in un'area più vasta più a diretto contatto con il mare, questo sito sopraelevato risulta di particolare interesse e conserva l'originario fascino dello spazio specificatamente destinato al culto. Esternamente a quest'area si possono visitare la zona delle cave ed anche vasche, pozzi, cisterne ed inoltre tombe e fondamenta degli edifici. Tutta l'area archeologica è chiusa a Nord dalle possenti mura difensive, oltre le quali vi sono ancora da ammirare la necropoli, un'importante cava utilizzata per la costruzione delle mura stesse e resti di un insediamento protostorico. E proprio dai ricchi corredi delle tombe messapiche deriva la definizione di "ceramica di Egnazia", che indica la produzione di buona parte di centri della Puglia intorno al V secolo a. C. Come molti degli insediamenti archeologici pugliesi, Egnazia racconta una storia antica e sedimentazioni di civiltà succedutesi fino ad epoca medioevale. Le prime tracce antropiche risalgono alle fine dell'età del bronzo: insediamenti di campagne, delle quali interessanti sono le tracce degli alloggi, scavati nella roccia, dei pali di legno che sostenevano l'intonaco argillosa delle pareti. Tale tipo di insediamento primitivo verrà sostituito, intorno al V secolo, da una struttura urbano meglio definita, conformemente ad un processo comune a tutta la civiltà dell'epoca.

Il lavoro sviluppato in questo sito è frutto, oltre che dell'entusiasmo per questa mia prima esperienza in rete e dell'interesse per l'oggetto della ricerca, della preziosa, chiara e paziente collaborazione del Prof. Antonio DADDABBO. A lui vanno i miei più sentiti ringraziamenti per avermi insegnato a scoprire una nuova dimensione e per avermi rimandato all'importanza dell'apprendimento diretto ... a quella "scuola-bottega" di cui spesso ignoriamo il significato.
LA BOTTEGA DEL RILIEVO
Rilevamento Fotogrammetrico dell'Architettura
Prof. Antonio DADDABBO

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Ultima revisione sito:
14 Febbraio 2001