L'inquadratura con un grande angolo di ripresa occupa una posizione di primo piano tra i problemi che si pongono a chi deve "fotografare l'architettura". Se si esclude il ricorso al
foro stenopeico (con la realizzazione di una camera appositamente progettata) o alla
ripresa a 360°, l'unica soluzione rimane l'uso di costose ottiche supergrandangolari.
La tecnica del fotomosaico, utilizzata per limmagine riportata a sinistra, è realizzabile con programmi di fotoritocco e consente l'uso di comuni obiettivi "normali" (con angolo non superiore a 60°).

Nel caso in esame, dallo stesso punto di vista, sono state effettuate due riprese: la prima (a sinistra) con asse ottico inclinato verso l'alto e la seconda (sotto) con asse ottico orizzontale.
Allo scopo di assicurare la rotazione dell'asse ottico in un piano verticale, è consigliabile sistemare la camera (analogica o, meglio, digitale) su di un cavalletto.
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È facile notare che, nonostante sia grande la zona di sovrapposizione delle due immagini, si rende indispensabile la correzione della prospettiva per l'immagine che si va a sovrapporre. Se, poi, la rotazione dell'asse ottico non avviene nel piano ortogonale al piano fotografato, si rende necessario persino il ricorso alla distorsione dell'immagine.
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