L’art. 33 della Costituzione, al primo comma, recita: «l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento».
L’esistenza di non poche sentenze della Corte Costituzionale, su questo articolo, dimostra la possibile diversificata interpretazione del termine “insegnare”, ma se facciamo un viaggio indietro nel tempo, quando il Maestro insegnava con l’esempio, il termine insegnare non sollevava dubbi: nella scuola-bottega il Maestro aveva tutto l’interesse acchè il discepolo lo imitasse o, persino, lo superasse, perché aveva bisogno di un aiuto per la sopravvivenza della bottega.
Nel 1200 troviamo Cimabue, al quale nessuno oserebbe mai sollevare una critica. Quando, per evitare che le mosche si posassero sul dipinto ancora fresco, ha incaricato Giotto, questi non solo non si è sentito umiliato, ma ha dipinto, sul quadro da proteggere, una mosca tanto naturale che il Maestro, solo inizialmente infuriato, ha provato inutilmente a cacciarla.
Di aneddoti immortali non ne troviamo più nella scuola, se non di quelli raccontati, per farsi qualche risata, in qualche rimpatriata di ex compagni di studi:
- ti ricordi, al liceo, il professore di matematica, quando nello svolgere un’equazione alla lavagna disse “qui manca una x” e dai banchi si levò un coro “chi s’è fregato la x, ragazzi uscite la x”;
- e all’Università, il professore che compariva solo all’inizio del corso per dire “ragazzi le mie lezioni saranno tenute dagli assistenti”. Una volta che era presente in Consiglio di Facoltà, il rappresentante degli studenti disse pubblicamente “finalmente abbiamo l’onore di conoscere il professore!”;
- e l’assistente di geometria descrittiva che cominciava dicendo “prendiamo due punti allineati”.
Nella scuola istituzionale il termine maestro, con la “m” minuscola, è rimasto solo nella scuola elementare, mentre, a cominciare dalla scuola media, il docente viene chiamato “professore”. Una possibile spiegazione è che nella scuola elementare si tratta di insegnare a leggere e scrivere, e in questo l’insegnante ci riesce, mentre nelle scuole superiori il docente “spiega” cosa hanno fatto altri, quasi sempre senza averlo mai verificato!
Per esempio, normalmente, un ingegnere edile si laurea senza alcuna esperienza pratica di cantiere e può essere indicativo il seguente aneddoto: durante l’esame di abilitazione alla professione di ingegnere, al candidato fu posta la domanda “come spiega che la somma, dei volumi dei componenti un metro cubo di cemento supera il metro cubo?”. La risposta richiese un po’ di tempo, e il presidente della commissione, che nel frattempo si era allontanato, al ritorno in aula chiese “che fine ha fatto l’eccedenza il metro cubo?”. In tutti è rimasto il dubbio che non si trattasse solo di una battuta.
|