La modellazione 3D con RadarCH si basa sulla creazione e poi composizione degli elementi architettonici fondamentali: muro, pilastro, porta, finestra, solaio, falda, creati impostando i relativi dati di costruzione e dimensionamento nelle specifiche finestre di dialogo (immagine accanto). Agli strumenti suddetti si affiancano poi: lo strumento oggetto, che viene usato per posizionare arredi e particolari elementi strutturali e accessori; lo strumento lampada, usato per posizionare sorgenti di luce aggiuntive; lo strumento mesh, usato per la creazione di superfici e volumi solidi.
La composizione di tutti gli elementi creati avviene sulla pianta; quello che si è disegnato è però subito tridimensionale, dal momento che gli strumenti contengono anche l'informazione 3D. Questo dato viene impostato all'interno delle finestre di dialogo specifiche degli strumenti. Le conversioni 3D, automatiche , ed il continuo rinvio alle finestre di dialogo aiutano a comprendere il risultato tridimensionale.
Consentendo simultaneamente alla visualizzazione tridimensionale le diverse visualizzazioni piane, RadarCH permette anche di considerare la disposizione sul piano dei volumi contemporaneamente alla disposizione spaziale, cosa che normalmente avviene nella mente del progettista. In tal modo il computer simula, riproduce e rende visibile un processo che avviene all'interno del cervello umano.
La composizione è facilitata dalla possibilità di operare con punti di riferimento riconoscibili dal programma (punti di intersezione, fine linea ,mezzeria, centro della circonferenza, ecc.). Così si può proseguire nella costruzione facendo sempre riferimento agli elementi precedentemente creati, senza dover ogni volta ricalcolare le coordinate dell'elemento da inserire.
Le finestre, le porte e gli oggetti sono strumenti speciali 3D, dotati di un grado elevato di prefabbricazione rispetto agli altri strumenti. Comprendono una vasta gamma di elementi, forniti già pronti dal programma. E' possibile anche prepararne di nuovi e inserirli nella libreria.
Le visualizzazioni 3D, automatiche, possono essere assonometriche o prospettiche. Per le prime occorre fissare il tipo di assonometria, l'azimut del punto di vista e della luce e l'inclinazione di quest'ultima. Per le rappresentazioni prospettiche bisogna invece fissare il punto di mira, il punto di vista, l'angolo di vista, oltre che l'azimut e l'inclinazione della luce.
Per quanto riguarda la rimozione delle linee nascoste e l'ombreggiatura, si può scegliere fra il metodo analitico e quello a fascie; il primo è lento ma preciso, il secondo è più approssimativo ma veloce. Occorre infine ricordare la possibilità di visualizzare o no i contorni. Anche in questo caso maggiore è la velocità che si richiede, più lenta è l'elaborazione dell'immagine. Ovviamente è consigliabile usare visualizzazioni meno precise e più veloci quando i modelli sono molto grandi e si ha solamente bisogno di un primo schizzo.
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