L'applet funziona con una qualsiasi coppia di fotogrammi ripresi nel rispetto del caso normale, di cui siano noti il punto principale e la distanza principale: tuttavia è stata utilizzata, in questo lavoro, a partire da viste prospettiche dell'edificio elaborate con l'ausilio del software Archicad, in modo da consentire una più immediata comprensione dell'edificio nella sua globalità.
Al suo interno, infatti, è al momento presente un palco in legno (utilizzato per spettacoli teatrali), che occulta la vista dell'intera zona presbiteriale: l'efficacia dell'utilizzo di foto stereometriche ne risulterebbe in gran parte vanificata.
In più, l'uso di immagini virtuali consente all'utente la possibilità di effettuare il rilievo sull'edificio a restauro - virtuale - avvenuto, e, nel caso in oggetto, questo è tutt'altro che ininfluente, dato che detto restauro prevede il ripristino della volta a botte, crollata negli anni '60.
LA PRECISIONE OTTENIBILE
La precisione delle coordinate rilevate dipende dai seguenti fattori:
individuazione dei punti corrispondenti sulle coppie stereometriche di fotogrammi.
La precisione è ovviamente tanto maggiore quanto più aumentano le dimensioni dei fotogrammi; il problema è che ciò avviene a scapito della velocità di caricamento degli stessi.
Al fine di ottimizzare il rapporto dimensioni/precisione ottenibile, ho realizzato tre coppie di fotogrammi stereometrici dell'edificio, di dimensioni:
1- 800x600 pixel;
2- 1000x750 pixel;
3- 1200x900 pixel;
Su ciascuno di essi sono state rilevate le coordinate di alcuni punti noti, corrispondenti a una griglia di maglia 1x1 metri posizionata sul pavimento dell'edificio.
I punti presi in considerazione sono quelli della riga più a destra in ciascuna stereocoppia:
1- innanzitutto ho rilevato le coordinate in pixel manualmente, tramite l'applet coords;
Ci si può rendere conto, ingrandendo i fotogrammi, di come lo spessore di ogni punto noto arrivi a coinvolgere più di un pixel e ognuno di questi fornisca un differente risultato.
2- ho effettuato i calcoli necessari a ricavare le coordinate reali dei punti noti tramite una tabella Excel:
innanzitutto ho inserito i valori dei parametri necessari:
- le coordinate del punto principale (XOD=XOS; YOD=YOS),
- la distanza principale (cD=cS),
- la base,
- le coordinate dei punti noti (xd1; xs1; zd1=zs1),
poi queste ultime, espresse nel sistema di riferimento centrato nell'angolo superiore sinistro del fotogramma, vengono trasformate in quelle relative al sistema di riferimento centrato nel punto principale:
otteniamo così xd, xs, zs:
L'ultimo passo consiste nel confrontare i valori di calcolo con quelli reali, e calcolare l'errore percentuale commesso (Xerr, Yerr, Zerr) in ciascuno dei tre casi:
nell'800x600, nel 1000x750, nel 1200x900:
Ho evidenziato, in ciascuno dei tre casi, i valori al di sopra dell'1%, che, come ci aspettavamo, diminuiscono all'aumentare del formato, ma, comunque, non superano il 2.15% per le prime due stereocoppie e l'1.3% per la terza.
3- Sempre tramite il software Excel, ho impostato una serie di grafici per sintetizzare i risultati ottenuti, e in particolare l'errore percentuale in ciascuno dei tre casi:
come abbiamo visto, per le prime due stereocoppie l'errore percentuale max è del 2.15%, per la terza non supera l'1.3%.
4- nel valutare i risultati ottenuti, bisogna tener conto che ad essi ha contribuito anche la risoluzione intrinseca del rilievo.
Nel nostro caso possiamo calcolarla riferendoci all'unico piano parallelo a quello dell'immagine: la parete di fondo.
Dato che essa è l'elemento misurabile più lontano, otterremo perù la risoluzione "minima".
Quest'ultima sarà data dal rapporto tra:
- c = un lato del campo di presa,
calcolabile a partire dalla distanza dalla parete (distante 20.95m dal Punto di Mira: in definitiva d = 8m + 20.95m= 28.95m), e dall'angolo di campo (=100°): c = 2*28.95m*tan50°= 69 metri.
- l = una delle dimensioni del fotogramma = 800 pixel
per cui avremo che 1 pixel-immagine corrisponderà ad un "quadratino" dell'immagine di lato pari a 353 micron (dato che la risoluzione di acquisizione è pari a 72dpi) che a sua volta corrisponde ad un quadrato sull'oggetto reale con il lato pari a 69m/800pixel = 0.0863m = 8.63cm.
Pertanto non sarà possibile nel fotogramma né vedere né tantomeno misurare elementi più piccoli di 8.63cm della parete reale e questa sarà l'incertezza intrinseca che non potrà in alcun modo migliorare.
5- A questo punto non ci resta che calcolare il tempo (approssimativo!) di caricamento delle immagini, e distinguiamo i tre casi:
ciascuna immagine di dimensioni 800x600 pixel, salvata in formato JPG, "pesa" 83 K (=Kilobyte);
per caricarla con un modem a 28,8 Kbps (Kilobit per secondo), occorrono (tenendo conto che 1 byte= 8 bit):
83 K / (28,8 Kbps : 8 bit) = 23 secondi
per caricare entrambi i fotogrammi dovremo attendere perciò circa 23x2 = 46 secondi.
per l'immagine di dimensioni 1000x750 pixel otteniamo:
113 K / (28,8 Kbps : 8 bit) = 31.39 secondi
e, complessivamente, un'attesa di circa 62.78 secondi.
per l'immagine di dimensioni 1200x900 pixel, infine, otteniamo:
148 K / (28,8 Kbps : 8 bit) = 41.11 secondi
e, in definitiva, un'attesa di 82.22 secondi.
OSSERVAZIONE: i fotogrammi finali delle sezioni trasversali sono stati tagliati simmetricamente, eliminando i margini laterali - arrivando, per il formato 800x600, a 500x600 (unica variazione l'ascissa del punto principale: non più 400 ma 250px) - ma il loro "peso", una volta compressi, è rimasto pressochè identico e dunque non se ne è tenuto conto nei calcoli.
6- conclusioni:
come dimostra l'andamento tutt'altro che lineare dei grafici, l'errore commesso nel rilievo dei punti non viene significativamente abbattuto nel passaggio dalle stereocoppie 800x600 a quelle 1200x900, a fronte di un'attesa dell'utente pressochè raddoppiata:
ho optato quindi per il formato 800x600 pixel, tenuto conto anche che, almeno allo stato attuale della tecnologia, facciamo ricorso alla fotogrammetria digitale essenzialmente per sfruttare l'interattività che essa offre.