Il progetto dell'Arch. Carelli "Di tali seriosi danni accennati per venire alla riparazione non vi vuole molto d'indovinare il da farsi, togliere cioè, o cambiare il mal fatto, ed aggiungere quel che manca. Ebbero, ad attuare questa facile deduzione vi abbisogna non poca accuratezza, e moneta. E primamente ponendo a riparare il fianco della porta piccola dell'edificio, come quello, che più essenzialmente dimanda soccorso si vede la necessità di minorare la potenza, o spinta, che oggi esercitano gli urtanti cambiandoli di forma, e di posizione; di aumentare la resistenza con un'addizione di muro a scarpa dalla parte esteriore; dare una carica maggiore di nuova fabbrica su questo fianco, che sostiene la spinta; fare lo stesso sopra quelli della volta principale; affinchè questa spinga di meno agli speroni di contrasto; riguardo al prospetto, munire di forma piena la cappella del crocifisso ed imbracare all'esterno con accurata puntellatura l'angolo di mezzogiorno per indi aprire il suolo rasente le mura per scendere al primo strato del suo fondamento, e ripararvi, con accompagnamento di nuova fabbrica, che abbracci la vecchia fondazione piantandola sopra suolo naturale, o artificiale; sopra di questo nuovo fondamento dopo qualche mese di riposo, costruirsi una imbracatura di pianta gnomonica, che abbracci l'angolo malato sino al cornicione; a riguardo dell'infiltramento dell'acqua, disfare l'odierno tegolato, e costruirvi tettoie accessibili sopra ben congegnata armatura di legname; vestire d'intonaco a strato doppio picchiato a punta di cucchiaia le facce esterne del tempio che guardano il vento di Greco; finalmente cicatrizzate le fenditure con schegge di pietra, e dare una bianchitura a calce in doppia passata sia dall'interno, come dall'esterno di tutto il fabbricato. Queste operazioni sorpassano certamente quanto si richiederebbe dalla sola statica, qualora si trattasse con fabbriche nuove ben costruite, e sane, ma poiché i movimenti spiegati han fatto rompere l'unità del fabbricato; e la forza dell'umido per l'infiltramento delle acque ha distrutto in buona parte l'adesione della malta si è nella necessità di abbondare in cautela, onde tener lontano altro sinistro. La manovra dunque di queste operazioni dovrà procedere cominciando dal piantare !'aumento di grossezza del muro maestro della porta piccola, portandosi a scarpa con l'esposto nel piede di palmi tre, nella lunghezza ciascuna porzione di palmi otto per quanto basta ad abbracciare il pilastro sopra di cui imposta l'arco dell'urtante alla volta maggiore, e l'altezza del zoccolo delle fondamenta palmi quarantasei, rastremato per metà; ossia colI'aggetto superiore di palmi uno e mezzo. Non pare necessario il dire che debba prendersi dalle fondamenta con maggiore grossezza da basso e salire a scarpa sino al livello della strada, per poi progredire fuori terra la giunta suddetta. Terminate queste scarpe, e fatte per qualche tempo riposare si dovrà procedere alla seconda operazione di cambiare cioè la curva degli urtanti, ed impostarli più abbasso, cominciando da sotto al livello della cima degli archi delle Cappelle, e a salire la rampa sino alle finestre della navata maggiore. L'esecuzione di questa rampa sarà oggetto di molta attenzione poiché si devono costruire prima di demolire le antiche, e nel tempo stesso tenersi sulle forme gli uni, agli altri da non aumentare la spinta del pilastro, che li sostiene: caricare con nuova fabbrica i due fianchi, quello cioè della porta piccola della Chiesa e quello, della navata grande su cui imposta la volta maggiore, elevando la giunta della nuova costruzione sino al livello della cima di essa volta dall'estrodosso, e dopo venire alla sformazione dei nuovi urtanti, e demolizione dei vecchi. Dopo dato riparo agli urtanti passano all'angolo di mezzogiorno della Chiesa per imbracare di fabbrica il fondamento di esso previo però la forma piena alla cappella del Crocifisso, ed accurata puntellatura esterna dell'angolo. Indi a qualche tempo di riposo, e caricato di materiale sciolto innalzarsi l’affianco di rinforzo come due facce di lastro angolare di pianta a squadra, alto sino al cornicione, addentellando di quanto in quando nel muro vecchio con buoni pezzi di tufo forte. Terminata quest'altra operazione venire alla costruzione della tettoia per la congegnazione delle armature, cavalli, ed altro occorrenze di legname, da rendersi accessibili per la visita, e manutenzione di esse. Di poi dar mano all'applicazione del doppio strato d'intonaco picchiettato a punta di cucchiaia per tutte le facce esterne del tempio, che sono esposte a Greco. Indi cicatrizzare tutte le lesioni e fregi, e finalmente dopo qualche tempo dato a prosciugare le macchie, e la freschezza dei restauri, imbianchire con due passate di calce pura l'interno, come l'esterno di tutto l'edificio." |