La perizia dell' Arch. Carelli

La diagnosi ed il ripristino dell’architetto Carelli risulta così espressiva e rigorosa che val la pena riportarla integralmente come si apprende da un documento presente nell'archivio della chiesa.
"Tutto il fabbricato è composto dal sopra detto materiale pietra tufo alquanto frollo annerito dall'azione atmosferica di recente costruzione, poco più di 50 anni. La copertura giusta il costume del paese è di tegolato aderente con malta all'estradosso della volta, che vogliono garantire. All'esterno del tetto poi sopra le piccole navate, ed in corrispondenza dei pilastri, che dividono le cappelle, vi sono degli arconi messi per contro spinta alla volta maggiore. Dal fianco che guarda Greco si eleva la sagrestia e il campanile, che contrastano la spinta di questi arconi ma dall'altro fianco della volta maggiore il Iato della chiesa è scoperta elevandosi tutto a fatto nudo per circa sessanta palmi. Ciò posto veniamo all'indicazione delle Cappelle crepacce , e loro natura. Questo tempio così disposto offre all'angolo verso mezzogiorno, ossia quello, che rimane alla sinistra di chi guarda il prospetto, due lesioni perpendicolari alla distanza sia l'una, come l'altra di cinque in sei palmi dal suo spigolo, una cioè dalla parte della facciata principale, la seconda dall'altro fianco. Guardando poi dall'interno della chiesa, e precisamente dalla Navata Maggiore si osserva l'archivolto dell'ingresso della prima Cappella, detta del Crocifisso, lesionato dal terzo circa della sua curva verso il prospetto in sopra sino all'arco della prima finestra della grande navata, lesioni che corrispondono alla seconda delle due estensioni innanzi dette e colla medesima direzione, andando ancor più su collo sguardo si vede staccato il muro del prospetto dalla volta maggiore benchè funziona da tompagno. Oltre a queste lesioni si osservano altre due parallele tra esse, una cioè alla cima della volta principale per tutta la sua lunghezza, e l'altra alla cima della navata laterale che abbraccia le tre cappelle. Le altre piccole crepacce che si osservano in diversi sensi appartengono a quel treno di screpolature che va sempre di conserva con le lesioni principali. Dalla esposizione fatta di queste fenditure si ha motivo a dedurre, che ha ceduto, e che forse tuttavia cede il muro maestro, che contiene la porta piccola del tempio, muro, a cui spingono gli archi intermedi delle cappelle, e più di ogni altro poi spingono gli speroni costruiti sul tetto per contrastare la volta maggiore. Con moto rotatorio si argumenta che ha dovuto cedere l'ala sinistra della facciata principale corrispondente alla cappella del Crocifisso, ossia l'angolo verso mezzogiorno. Questi movimenti possono avere origine o da spinta 'maggiore per mancanza di proporzionata resistenza, o da cedevolezza di fondamento per la natura del suolo franoso del paese sopra cui l'edificio è piantato. E però sopra luogo fatte le dovute riflessioni, comparate le circostanze delle due navate minori; ed osservato il fabbricato sotto tutti i rapporti da dedurre, che le lesioni pronunziatesi nella cima delle volte della grande, e piccola navata sono originate dalla spinta degli urtanti, o speroni messi a freno della volta principale a motivo di mal calcolata posizione di essi, e scarsa doppiezza del muro sopra cui sono impostati. Se tanto è ben vero, che situandosi da sopra il tetto della cappella del SS.mo si osserva ad occhio nudo il muro maestro, che sostiene la spinta anziché inclinarsi tutto insieme, e strapiombare al di fuori per fare dubitare delle fondamenta, si è invece estuberato dalla retta linea della sua prima costruzione per obbedire all'azione degli urtanti, producendo una gibbosità a quella sola parte, ove essi poggiano; e questo risulta tanto più chiaro per quanto che allo altro fianco in cui vi sta di contrasto il Campanile, e la sagrestia tali sconcerti non si osservano. Vi è di più, questi urtanti semicircolari della corda di palmi sedici non solo sono impostati alla sommità del muro, che li sostiene, muro di 60 palmi da terra, palmi 3 di grossezza con altri 5 di pilastro interno, ma con sopranarica di fabbrica ancora sulla curva di essi, che sorpassa per quattro palmi il detto muro di resistenza; di modo che la propria spinta della propria curva unita alla carica soprapostagli, ed all'urto, che li viene dalla volta maggiore compongono una leva potentissima contro la stabilità di questa facciata del tempio da fare giustamente dedurre di essere questa, e non altra l'unica e vera causa della cessione del muro, da cui il movimento, che ha prodotto la fenditura lungo la cima della volta. Non così poi per il prospetto principale, che vedesi stanato come tompagno da volta maggiore e marcando per converso delle lesioni all'archivolto che immette alla cappella del Crocifisso a corrispondere fuori al muro maestro accanto all'angolo di mezzogiorno. Una tale fenditura non può addebitarsi a spinta di archi, che vi poggiano, poiché avrebbe dovuto per lo stesso motivo produrre altrettanto all'altro estremo, che trova si nel medesimo modo costruito, ma fa supporre piuttosto cedevolezza di fondamento a quest'ala di mezzogiorno di detta facciata appunto perché militando le medesime circostanze all'altro fianco non si osservano le stesse crepacce. L'interno poi di questo bel tempio si vede tutto ammuffito, e tinto dalle macchie di umidità. Questo rovinoso effetto proviene indubitamente dall'erroneo costume del paese per malintesa economia, di attaccare il tegolato delle tettoie sulla schiena, o estradosso delle volte senza nessuno intervallo tra gli embrici, e la fabbrica, che vogliono garantire; poiché ad onta di essere messe in calce, pur non dimeno le acque s'infiltrano per le unioni delle chianchette, o per mezzo degli embrici smossi o rotti, o screpolati, e silenziosamente passano inosservate ad impinguare la fabbrica di umido, e peso enorme a danno della pubblica salute per coloro che accedono, e della forza di coesione della malta a rovina dell'edificio."