PALAZZO DE FERRARIS-REGNA:
Allegato 3Per questo palazzo si può partire da una data certa, 1586, data che leggiamo nell’epigrafe in latino sul fregio del portale di casa Regna:
" Petrus Paulus Regna Archipresb. Bitontin. Et Bernardinus eius frater sibiet amicis.
MDLXXXVI "
Il palazzo fu dunque rifatto in quegli anni, in quanto appare evidente che la parte inferiore esterna e quella interna, sottostante alla scala del cortile, siano precedenti, e si possono far risalire al secolo XVI, come testimoniano gli archi ogivali interni, che ancor oggi reggono la parte superiore della casa. Quindi, questa, il portale, il balcone della facciata e la scala per accedervi risalgono senza dubbio al 1586, mentre il bugnato della facciata e quello del pianterreno all’interno del cortile sono certamente anteriori. Il palazzo fu costruito dai De Ferraris, nobile famiglia venuta da Genova nel secolo XIV e stabilitasi a Bitonto, luogo in cui raggiunse subito un posto di primo piano, (si sa infatti che fin dal 1345 un certo Paolo De Ferraris era, assieme ad altri tre nobili, al governo della città). L’ultimo dei De Ferraris fu sepolto nel 1575 nella cripta della Cattedrale, dove un monumento sepolcrale lo ricorda ai posteri. Pochi anni dopo lo zio Giovanni Maria De Ferraris, non avendo avuto figli, lasciò il palazzo in eredità ai nipoti Pietro Paolo e Bernardino Regna, gli stessi cioè a cui si deve la ricostruzione del 1586. Dei Regna si sa che il capostipite Paolo Regna era originario di Milano, ed era venuto a Bitonto come ostaggio di Federico II. Il palazzo è rimasto di proprietà dei Regna fino al 1743. Nel trecento, quando i De Ferraris lo costruirono, il palazzo era sicuramente più grande ed arrivava fino al cosiddetto Arco Pinto, dove ancora oggi notiamo alcuni stemmi della famiglia e lo stesso tipo di bugnato della facciata, che caratterizza tutto l’isolato. Il portale della casa Regna è del 1586.Si distingue per la composizione sobria e piena di classicismo con svelte semicolonne dorico-romane abbinate e poggianti sopra un semplicissimo basamento. Le bugne sono alla maniera toscana e solo negli anni successivi e, qui soltanto, dovevano diffondersi più massicce e pesanti. La trabeazione è nobile e severa nello stesso tempo, con i due medaglioni che sembra la fermino contro la parete. Fra i due medaglioni, sulla chiave dell’arco c’è lo stemma della famiglia. Varcato il portale si entra direttamente nel cortile, dove c’è una scala ad una sola rampa che porta al piano superiore. Nel cortile la costruzione del piano terra è trecentesca ed è ricoperta con lo stesso tipo di bugne della facciata. Di maniera diversa si presentano i loggiati, quello che fa da coronamento al muro formante il cortile e quello della grande balconata sulla parete di fondo. Quest’ultima è certamente di epoca posteriore. Anche in questa costruzione le finestre sono state successivamente trasformate in balconi. Si nota, infine, un particolare non del tutto ortodosso nell’architettura rinascimentale: l’attacco della balaustra con l’estremità della trabeazione del portale. Questo vuol dire che il rinascimento di provincia suole prendersi certe libertà; in alcune opere, belle e di grande interesse culturale, si nota pertanto l’assenza della mano del grande maestro.