La
Porta di Santo Stefano è stata ed è ancora la più
importante fra le quattro che si aprivano nella cinta muraria.
Nel largo antistante, confluivano strade di primaria importanza,
che garantivano il collegamento con Monopoli, Cisternino, Ostuni,
Ceglie, Taranto, Grottaglie e Francavilla. Essa immetteva sulla
strada principale della città, il Ringo ( via Vittorio
Emanuele ) che conduceva all'unica grande piazza - p.zza Plebiscito
-, centro religioso, amministrativo e giudiziario, su cui si affacciava
la chiesa maggiore e la sede dell'Università. La strada,
poi, proseguiva, a nord, verso la porta di Santa Maria. Questa
porta è stata edificata e rifatta sempre nel medesimo luogo,
ove è sita ancora oggi a partire dal 1388, anno in cui,
fu affiancata dal castello di Raimondo Orsini, fatto costruire
nell'angolo nord - orientale della cerchia muraria.
In origine, la porta era sormontata da una grande torre a base
quadrata. Sui due lati esterni, seguivano, con andamento rientrante,
le mura, che, a destra, si sviluppavano per un breve tratto per
poi congiungersi alla cortina meridionale del castello. La porta
più antica di cui si ha memoria era dotata di una struttura
muraria massiccia con qualche locale al piano terra, a destra
dell'entrata; al primo piano della torre si accedeva mediante
una scala esterna addossata alla muraglia dal lato sinistro. Nel
1610 la porta viene abbattuta per essere ricostruita. Il progetto
consisteva nello spostare un po' più verso il castello
il basamento della porta, ai danni delle botteghe addossate al
tratto di mura da demolire. La seconda porta dì S. Stefano
conserva l'aspetto architettonico preesistente, sebbene, le dimensioni
della pianta fossero più contenute, a fianco della cortina
del castello, vi fosse un vano al livello del suolo. Nel primo
Seicento l'intero assetto del recinto esterno, a sud della porta,
fu radicalmente modificato, infatti, circa 85m di mura furono
distrutti, in parte, per costruire edifici destinati ad abitazione,
in altra, per concedere il suolo in locazione perpetua a quattro
efiteuti che vi avrebbero fabbricato delle botteghe. Nel 1764
la porta fu nuovamente distrutta, per essere ricostruita sotto
nuove sembianze. Essa perse ogni carattere militare per divenire
l'attuale arco trionfale, recante nel proprio fastigio una piccola
statua equestre di San Martino cui la porta stessa è dedicata.
Fanno da contorno alla statua altri piccoli ornamenti, completano
il tutto, un'iscrizione, nel mezzo dell'archivolto, e due fiaccoloni,
sui lati.