I materiali impiegati
per la costruzione di questo edificio, sì riducono alla
sola pietra calcarea, talvolta additivata di malte pozzolaniche,
ma essenzialmente sempre lei, presente in varie forme e dimensioni,
a seconda che si guardi il basamento della struttura, il suo
pavimento, o il tetto.
La pietra calcarea, sia essa estratta dai calcari duri compatti
o da quelli finemente stratificati, dai calcari farinosi o dalle
teneri calcareiti, è facilmente reperibile nel territorio
martinese, cosi, come in tutte le Murge.
I conci di dimensione maggiore vennero utilizzati per costruire
gli spigoli della porzione inferiore della struttura, nonché,
i cantonali, l'architrave della finestrella posta in alto sul
lato destro della chiesetta e il campanile a vela. I conci di
media dimensione, invece, furono impiegati per le pareti composte
da un duplice paramento murario -esterno ed interno- edificate,
probabilmente senza malta e caratterizzate dall'avere, nella
parte inferiore, un tratto lievemente inclinato finalizzato a
conferire una maggiore stabilità alla struttura.
La copertura è
costituita da un duplice strato che, all'esterno, definisce il
profilo del fabbricato e assicura la tenuta all'acqua e lo scorrimento
e smaltimento della stessa, all' interno, definisce gli spazi
fruibili, mediante una cupola semiellittica.
La tecnica originale prevede che, esternamente, la copertura
sia ottenuta mediante la sovrapposizione di ''chiancarelle''
- lastre calcaree, ottenute a spacco di cava - inclinate di circa
l5° - 20° rispetto ad un piano orizzontale virtuale.
Le "chianche" appartenenti alle varie file, che vanno
a definire la copertura nella sua totalità, sono poste
in opera in maniera sfalsata rispetto ai giunti di accostamento
di quelle sottostanti, in modo da impedire che l'acqua piovana
penetri all'interno della fabbrica. La struttura interna è
una volta a sezione semiellittica con conci di pietra ed archi
a sesto rialzato. Il pavimento realizzato con lastre di pietra
calcarea di medio spessore, le "chianche", si trova
ad una quota superiore di venti centimetri rispetto al piano
strada.
Gli interventi di risanamento
dell'edificio, recentemente eseguiti, hanno purtoppo in parte
ignorato la tecnica originale di costruzione, si guardi, per
esempio il tetto in cui alla sapiente sovrapposizione delle chianche
a secco si è sostituito l'affogamento delle chianche in
malte cementizie.
Bibliografia