PALAZZO ROGADEO:
Allegato 10Il palazzo Rogadeo situato nel cuore del Centro Antico, nei pressi della Cattedrale, è una delle più nobili testimonianze dell’architettura civile patrizia della città. Le prime notizie di questa costruzione le troviamo grazie a Giovan Paolo Labini il quale scriveva nel secolo XVII che Sergio Bove e Leone Rogadeo, venuti da Ravello, dalla costiera amalfitana, edificarono "i primi edifici in un istesso luogo nella contrada di S. Giovanni Gerosolimitano (attuale via Mercanti o Rogadeo) tenendo sino ai nostri giorni (1648) i loro palazzi congiunti". Il complesso originario, quindi, per entrambi i palazzi, risaliva al medioevo. Di tali strutture rimangono i corpi interni delle facciate risalenti ai sec. XVII-XVIII. E’ possibile comunque affermare che entrambe le dimore dovevano essere organizzate a curtis, ossia ampio spazio cintato con al centro, tra il verde, torri e lamie per usi agricoli. A tale periodo risale il muro di cinta tra l'attuale palazzo e il giardino retrostante come dimostrano alcuni vani d'accesso (uno dei quali murato) con l'arco lunato a ghiera (sec. XIII). Anche il piano seminterrato dell'edificio, a cui si accede dalla corte di Santa Barbara (forse accesso principale originario del palazzo) conserva le strutture medioevali originali. In seguito all'allargamento della strada dei Mercanti nel 1650 per collegare la piazza della Cattedrale a piazza Castello, tutto il complesso medioevale fu ristrutturato in uno con la chiesetta di Sant'Anna che mostra oggi gli stemmi posti nelle lunette dell’arco appartenenti ai nobili della città all'epoca del Consiglio dell'Università che aveva sede nella chiesetta stessa. Come citato da una epigrafe posta sullo chiesetta di Santa Maria della Pietà annessa al palazzo Bove, la strada che era prima angolosa e molto stretta, fu allargata di dodici palmi da un lato e sette dall'altro. Autore della ristrutturazione avvenuta tra la fine del sec. XVII e l’inizio del sec. XVIII, fu forse l'ing. Valentino, esponente di una famiglia di architetti e capomastri che operarono in questo periodo nella nostra città (palazzo Bove, Alitti, ecc.). Alla fine del 1600, per le mutate situazioni economico-sociali, avviene la trasformazione urbanistica della città; infatti, con l’importanza sempre più rilevante acquisita dalle strade pubbliche rispetto alle curtis private, si ha una ristrutturazione dei palazzi nobiliari che, dalla forma originaria medioevale a corte interna, vengono ribaltati con la costruzione delle facciate esterne che prospiciano sulle strade pubbliche. Anche il palazzo Rogadeo subì tale trasformazione, resasi peraltro necessaria in seguito alla elevazione del piano stradale per consentire la costruzione della rete fognante; tale trasformazione non consentì più l'accesso al palazzo dalla corte di S. Barbara, ma dall’attuale via Mercanti. Passiamo ora ad una descrizione del palazzo Rogadeo, come attualmente si presenta. Esso è organizzato a forma di C attorno ad un atrio interno sul cui lato aperto c'è la chiesa medioevale dì Sant’Anna con campanile a vela. L'edificio è articolato su tre livelli. L'aspetto attuale della facciata è del secolo XVIII (dopo la ricostruzione avvenuta a causa dl un incendio) e si presenta articolato in tre ordini. Il primo ha un caratteristico bugnato a correnti orizzontali alternati, uno in rilievo e 1 'altro arretrato. Il portale di ingresso è arretrato rispetto alla facciata per permettere 1’accesso ai veicoli e carrozze padrona1i, con stretti pilastri bugnati e cortina ribassata a feluca raccordata da mensole. In asse con il portale vi è un balcone a forte aggetto che poggia su tre maestosi gattoni. Il secondo e terzo ordine sono scanditi da riquadri al centro dei quali troviamo i balconi settecenteschi con timpani arcuati (a baffetti). Una vistosa decorazione a stucco raccorda e partisce la facciata mediante paraste, capitelli a grotteschi e trabeazioni. Gli ambienti interni a piano terra hanno volte a botte e sono destinati a negozi o a rimessa e deposito, quelli a primo piano (piano nobile) hanno volte a padiglione in parte decorate, quelli al secondo piano (piano della servitù) controsoffittatura in legno e alcune di queste appaiono decorate. Nel 1920 avvenne una parziale ristrutturazione del palazzo, con la destinazione del primo piano a Ufficio Esattoriale delle Imposte Comunali, ristrutturazione che apportò alcune modifiche. La sede familiare fu così trasferita al secondo piano, il salone che dà su via Mercanti fu tramezzato e adattato a piccolo appartamento con la costruzione di voltine indipendenti. Più recentemente sono stati ristrutturati i tetti degradati dell'edificio, con la sostituzione delle tegole originarie (coppi ed embrici) con tegole marsigliesi o eternit di cemento-amianto. La parte del prospetto in asse con il portale di accesso è stata completamente rifatta nel 1965 con l'eliminazione di fatiscenze. Questo rIfacimento "secondo lo stile similare" coincise con la donazione al Comune di Bitonto da parte del Conte Rogadeo (1964) di tutto il primo piano e parte del piano terra. Venne destinata a sede della Biblioteca Comunale secondo le disposizioni della donazione ed anche perché il primo nucleo del civico istituto era costituito dal Fondo Rogadeo con straordinarie scaffalature lignee realizzate con la tecnica dell'intarsio.