La casa torre.

E' un edificio estremamente rappresentativo delle forme di architettura civile della regione.

La costruzione, che può considerarsi tre quelle meglio conservate nell'antico tessuto urbanistico cittadino, occupa una superficie di base alquanto ridotta - com'è tipico negli edifici di questo genere - ma s'impone alla vista per il suo considerevole sviluppo altimetrico, articolato su quattro piani. A Nord e ad Ovest è addossata ad altre costruzioni più tarde, che ne impediscono l'esame, ma fortunatamente il prospetto Est (nella foto) e quello Sud sono liberi, in quanto delimitano l'angolo dell'originaria insula abitativa.

Il paramento murario a conci rettangolari di pietra calcarea di dimensioni irregolari, legati tra loro con malta, risponde alle caratteristiche costruttive proprie dell'età medioevale e presenta, poco più in basso della metà dell'altezza complessiva, un motivo a beccatelli lungo le due facciate visibili, e che quasi certamente doveva interessare anche gli altri due prospetti, occultati dalle fabbriche posteriori (supponendo che la costruzione sorgesse isolata). Questo motivo, frequentissimo nelle strutture difensive e nelle fortificazioni, introduce un distacco visivo tra la parte basamentale, più chiusa e compatta, e lo sviluppo superiore del fabbricato.

Estremamente interessante è il prospetto orientale, che affaccia sull'attuale Piazza Leone e che funge da facciata principale. Su questo lato il rimaneggiamento delle aperture, effettuato in epoca rinascimentale, ha conferito all'insieme una più accentuata definizione stilistica e formale. La sequenza verticale di tali aperture, che vanno via via ampliandosi di luce, crea un effetto di alleggerimento progressivo della struttura, e culmina con la piccola loggia all'ultimo piano, con arcatelle a tutto sesto poggianti sui pilastri angolari e su colonnine intermedie dotate di eleganti capitelli.

Originale è la finestrella del primo piano: leggermente sagomata verso l'alto, termina con una sorta di architrave a piccolo bugnato ed è affiancata, a destra, da un bassorilievo a forma di ruota dentellata, che reca il monogramma "IHS" ed un'iscrizione lungo il bordo: LAUS DEO MAGISTER FRACS (probabilmente FRANCISCUS) DE BOSO ME INTAGL(I)AVIT. Questa apertura ha un corrispettivo più modesto e disadorno sul prospetto meridionale.

Più ampia e spaziosa è la finestra del secondo piano, dalle forme chiaramente rinascimentali, con mensola decorata da motivi a foglia e cornice modanata; essa è arricchita dall'inserto di due mensoline scolpite con forme di reature mostruose sui lati e da uno scudo araldico in basso. Quest'ultimo, molto abraso, è stato identificato con uno stemma analogo, ma meglio conservato, che si trova murato sul fronte di una casa attigua a questa, lungo la Via Giusti, denominata "Casa De Filippis": potrebbe trattarsi, come propongono gli studiosi locali cui va il merito di questa identificazione, di un simbolo religioso (riferendosi al fatto che Bitritto costituiva un feudo ecclesiastico), ma non è da escludere, tuttavia, che appartenesse ad una nobile famiglia locale che possedeva l'immobile.