EPIGRAFI ESTERNE DELLA CHIESA
Le epigrafi, importantissime dal punto di vista paleografico, sono scritte in latino, ma in caratteri gotici (qualcuna con le parole su righe), abbreviate alcune per troncamento, altre per contrazione. I segni, dal significato proprio o relativo, non sono facili nella loro lettura e nella loro interpretazione. Sono scritte in versi con rima baciata, e risalgono tutte al secolo XIII. Fanno menzione, per essere iscrizioni tombali, a persone ragguardevoli della nobile famiglia Falcone.
ISCRIZIONI DI MAURO E BASILIO FALCONE
Le epigrafi inerenti a Mauro e Basilio Falcone sono scritte sul muro esterno della chiesa (lato nord), al di sopra del sarcofago con la figura giacente di un guerriero; la prima è quella di Mauro Falcone. Tradotta in caratteri latini, la suddetta epigrafe è interpretata così come segue:
CONDITOR HOC TUMULO CENSORIS NOBILE MAURI CORPUS,
CUI PATRIE LUX EXTITIT UT NITOR AURI NON LEX,
NON AURUM POTUIT DEFENDERE MAURUM NON ALIQUIS CULTUS CUBET HIC QUIN MORTE SEPULTUS SED TAMEN HOC NATI FIERI FECERE SEPULCRUM QUO SUA IUSSERUNT TUMULARI CORPORA PULCRUM QUI LEGIT HAEC IGITUR CRISTUM ROGET ORE FIDELI UT CAPIANT ANIMAE FELICIA GAUDIA COELI.
In italiano:
È rinchiuso in questa tomba il nobile corpo del censore Mauro che,
luce della patria risplendette come il biancore dell'oro non la legge,
non l'oro potè difendere Mauro dalla morte non altro ossequio vi sia qui che non (sia per) il sepolto ma tuttavia i figli fecero (vollero) che fosse fatto un bel sepolcro in cui comandarono che fossero tumulati i loro corpi. Chi legge, adunque, queste cose, preghi Cristo con bocca sincera affinchè le anime prendano (meritino) i felici godimenti del cielo.
Alla suddetta epigrafe segue quella di Basilio Falcone. Tradotta in caratteri latini è interpretata così, come segue:
QUEM PROBITAS MORUM VITAEQUE BEAVIT HONESTAS BASILIUS IACET HIC CUI PARCAT SUMMA POTESTAS EST HUIC COGNOMEN FALCONUS CUIUS INANE CORPUR HABET TUMULUB PATETQUE CUM CORPORE SAME.
Tradotta in italiano:
Che la probità dei costumi e l'onestà della vita rese felice, Basilio giace qui cui la Somma Podestà perdoni. Ebbe costui il cognome di Falcone, il cui corpo esanime ha il sepolcro ed è visibile col corpo certamente.
EPIGRAFE DI RICCARDO FALCONE
L'epigrafe di Riccardo Falcone è scritta sul muro, sotto il baldacchino del sepolcro. Sul lato sinistro del timpano è scritto il nome dell'insigne scultore, autore del prestigioso monumento, Pietro Facitolo. In caratteri latini, è così interpretata:
HIC IACE ANTE POTENS RICHARDUS ET INCLITUS, EVO FLORIDUS AT MORTIS PERCUSSUS FULMINE SAEVO. DIVES ERAT QUONDAM, PULCHER, VIRTUTE REPLETUS, NUNC CINIS ET NUMQUAM TERRENIS AMODOLAETUS QUI VOLET HIC IGITUR PULCHERISSIMA CERNERE BUSTA DET PRO DEFUNCTIS SUA CORDE PRAE CARMINA IUSTA.
Tradotta in italiano:
Qui giace davanti, il potente ed inclito Riccardo, per età giovane ma percosso dal crudo fulmine della morte. Ricco era una volta, bello, pieno di virtù. Ora cenere, e giammai oltremodo lieto delle cose (beni) terrene. Chi vorrà qui, adunque, guardare nella bellissima tomba, dia (reciti) per i defunti dinanzi, con cuore le sue giuste preghiere.
EPIGRAFI DELLA TOMBA DEI FANCIULLI FALCONE
La tomba dei fanciulli Falcone contiene due iscrizioni: l'una sul muro interno al piccolo baldacchino; l'altra su una pietra rotta (che doveva essere distesa, in posizione orizzontale, alla base della tomba: rimossa, riportò una frattura superficiale sul lato destro) adagiata alla base della stessa. Quest' ultima, in versi prolissi, faceva conoscere la data di costruzione del piccolo monumento e il nome dello scultore. Il millesimo è in parte cancellato. La data probabile è quella del 1276; la quarta indizione coincide in effetti con questo anno. Quanto allo scrittore il suo nome e la sua patria non lasciano alcun dubbio. L'autore delle tombe dei bambini della famiglia Falcone si chiamava Anseramo da Trani. L'epigrafe scritta sul muro dice, in caratteri gotici, quanto segue: In caratteri latini è così interpretata:
HIC RECUBANT PUERI PARVO SUB MARMORE TECTI QUI SUNT IN REQUTE, CELESTI PANE REFECTI.
In italiano:
Qui giacciono i fanciulli coperti sotto il piccolo marmo, i quali sono a riposo (riposano), dal celeste pane ristorati.
Sulla pietra rotta: In caratteri latini:
ANNIS MILLIS BIS CENTUM... BIS OCTO PARITER ELAPSIS MENSIBUS QUARTA SEQUEBATUR INDITIO QUO... EST DEUS EST ET HOMO CARNE DE VIRSINE. TRANUM QUEM GENUIT DOCTOR SCULPELLO ANSERAMUS OPUS PRESENS FELICITER IMPLET.
Tradotta in italiano:
Mille duecento anni... Parimenti sedici mesi essendo trascorsi. La quarta indizione seguiva dalla quale. È Dio è anche uomo nella carne della Vergine. Il dottore nello scalpello che Trani generò Anseramo l'opera presente felicemente compie.
ISCRIZIONE DELL'ABATE GIACOMO FALCONE
Infissa sul muro, a sinistra della porta d'ingresso della chiesa, vi è l'iscrizione dell'Abate Giacomo (Jacobus) Falcone, rotta, e non leggibile, quindi, nella parte media degli ultimi due righi: è così interpretata nei caratteri latini:
IACOBUS HAC ABBAS FALCONUS CLAUDITUR ARCA. QUEM CELERI VOLUIT MORSU PRAECIDERE PARCA ECCLESIAE MAIORIS ERAT TUNC PRIMUS, AMATOR CANONICI IURIS, PIUS, OMNIBUS, HIC, OPERATOR NOBILIS, SAPIENS, HUMILIS SPECIALITER ACTOR ORGANICI CANTUS, LADABILIS BENEFACTOR SI QUIS ADEST IGITUR PIETATE REPLETUS PARCAT, UT HUIC ROGET COELESTIS GRATIA (CETUS)
Tradotta in italiano:
L'abate Giacomo Falcone è chiuso in questa tomba.
Che la Parca (la morte) con celere morso volle troncare bruscamente.
Della Chiesa Maggiore era allora il primo, amatore del diritto canonico, pio, su tutti, qui, operatore (attivo).
Nobile, sapiente, umile, specialmente esperto del canto organico (musicale) lodevole benefattore.
Se qualcuno è presente, adunque, pieno di pietà.
Preghi, perché la celeste grazia perdoni costui grandemente.
EPIGRAFE DELLA CHIESA DI SAN FORTUNATO
L'epigrafe della chiesa di San Fortunato è scritta sopra una pietra rotta infissa presso la porta nord della chiesa. Detta epigrafe ricorda la fondazione della chiesa di San Fortunato nell'anno 1136; tale chiesa era ubicata nei pressi di Santa Margherita, ma venne distrutta nella seconda metà del XV secolo. L'epigrafe è la seguente: In caratteri latini è così interpretata:
AB INCARNATIONE DOMINI IESU CRISTI ANNO MILLESIMO CENTESIMO TRIGESIMO SEXTO. SIMEON IUDEX FILIUS MAURI HANC BASILICAM FECIT AEDIFICARE AD HONOREM SANCTORUM FORTUNATI EPISCOPI MAURI MARTIRIS AC IUSTI SIMEONIS PRO-PACE ANIMA SUA ET SUORUM PARENTUM.
Tradotta in italiano:
Dall'incarnazione del Signore Gesù Cristo. Nell'anno 1136 Simeone giudice figlio di Mauro questa Basilica fece edificare ad onore dei Santi Fortunato vescovo e di Mauro martire e del giusto Simeone per la pace dell'anima sua e dei suoi parenti.