All'acquasantiera, sovrastata da uno stemma nobiliare,
č collegata la seguente epigrafe:
D.O.M. HIERONYMO ULPIO GENERE COMENSI
JOSEPHI ET ISABELLAE VALCARCEL FILIO PRIVATAE PUBLICAEQUE PRUDENTIAE
ATQUE INSIGNIS MODERATIONIS EXEMPLO OMNIUM PRAESIDIO QUORUM IN VOTIS
AETERNUM VIVET OBIIT VIII. IDUS JUNI MDCCXIV AETATIS SUAE LV JOSEPHS
ET DOMINICUS INTIMUS PLURIUM SUMMORUM PONTIFICUM CUBICULARIUS PATRI
BENEMERENTI POSUERUNT. AN. SAL. MDCCXXXXI
Sull'acquasantiera č posta invece quest'altra epigrafe:
D.O.M. JOSEPHO DE NICOLAO PARENTI AMATISSIMO
DEQUE SE OPTIME MERITO FRANCISCUS FIULUS EADEM PIETATE QUA VIVUM COLUIT
AMISSO JUSTA PERSOLVIT ATQUE HOC LAPIDE DOLORIS TESTE QUAM POTEST IMMORTALITATEM
LUBENS LUGENSQUE COMPARAT. VIXIT ANN. LIX OBIIT ANNO MDCCCIV
Le iscrizioni riportate, appartenenti a lapidi funerarie,
costituiscono un'ulteriore conferma dello stretto legame che esisteva
tra il patriziato locale e l'Ordine. Secondo una scheda della Soprintendenza
in questa cappella era collocato un arazzo (2,7 m x 0,88 m), di cui
si sono perdute le tracce e che viene cosė descritto: "č tessuto
in colori verde in gradazioni, rosa pallido, nero e giallo che disegnano
due grandi girali, con fiori alle estremitā, a destra e sinistra; nel
centro foglie di acanto a guisa di capitello sul quale sono inginocchiati
due santi: uno reca il crocifisso (S.Giovanni della Croce?), l'altra
una spada (S.Teresa?). Al di sopra delle nubi si leva la Madonna che
ha un Bambino, mentre due angeli in volo la incoronano. I volti, le
braccia, come pure le nubi sono in seta applicata; i vestiti ricamati.
Č in cornice di legno del XVII secolo".
Il Salmi, nei suoi Appunti per la storia della pittura in Puglia, sostiene
di aver visto in questa chiesa una tela raffigurante "un San Pietro
d'Alcāntara con un altro santo francescano, potente negli scorci e biondeggiante
di colore" (si tratta di S.Giovanni da Capestrano che appare a S.Pietro
d'Alcāntara) che era collocata sulla porta di ingresso. Il dipinto č
firmato da Luca Giordano e viene definito da M. D'Elia come "il primo
dipinto veramente e trionfalmente barocco apparso in Puglia" ed
č esposto attualmente nella Pinacoteca Provinciale dove si conservano
dello stesso artista la Deposizione e la Partenza di Rebecca.
Il bozzetto del dipinto č conservato nella galleria Hazlitt di Londra.
Il quadro in questione deve essere stato trasferito in questa chiesa,
in quanto non č apparentemente giustificabile diversamente il culto
di un santo dei Francescani Riformati in un complesso carmelitano. In
realtā bisogna osservare che Andrea Miglionico fu allievo del Giordano,
pittore tra i pių rappresentativi del barocco napoletano, ciō tuttavia
non basta a dare una spiegazione ragionevole sulla collocazione di questo
quadro in questa chiesa.
Una spiegazione si puō trovare esaminando il ciclo pittorico del Giordano
nella chiesa di S.Teresa a Chiaia a Napoli (anche questa sede di un
complesso monastico dei Carmelitani Scalzi) dove una tela rappresentante
lo stesso soggetto č collocata anch'essa sul portale d'ingresso. Nella
tela in questione il santo viene raffigurato nell'atto di confessare
S.Teresa. Insieme con la Madonna, infatti, ebbe rilievo supremo nella
ideologia della Controriforma la figura del confessore, che costituiva
il mezzo pių idoneo per il controllo del pensiero e della coscienza.
Sempre nella stessa chiesa di Napoli un'altra tela del Giordano raffigura
S.Pietro d'Alcāntara che appare su di una nuvola a S.Teresa. La composizione
č particolarmente importante in quanto il santo e la santa assumono
la stessa posizione nella quale si trovano i due personaggi della tela
barese del Giordano.
Un'analisi degli altri dipinti raffiguranti santi e sante dell'Ordine
conferma inequivocabilmente l'appartenenza del Miglionico alla scuola
del Giordano. La presenza del dipinto raffigurante S.Pietro d'Alcāntara,
francescano riformato, in una chiesa dei Carmelitani Scalzi trova una
giustificazione per il fatto che egli, spagnolo e contemporaneo di S.Teresa,
aveva intessuto con lei uno scambio epistolare sostenendola con consigli
nella sua attivitā di Riforma del Carmelo e la sua figura viene ricordata
negli scritti della carmelitana. La storia relativa a questa tela del
Giordano pone in evidenza come l'iconografia dei conventi dell'ordine
dei Carmelitani Scalzi č alquanto omogenea e ancorata a canoni rappresentativi
ben precisi che concedono poco spazio ai culti locali.
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