LE ORIGINI DI CASTELLANA

 

Nella parte più bassa di Castellana esisteva un tempo una conca semicircolare in cui si raccoglievano le acque meteoriche che lentamente venivano assorbite dal suolo. La cittadina intorno al 1000 aveva due contrade ed apparteneva ai Conti di Conversano che la donarono nel 1086 al Monastero di San Benedetto. Il suo nome appare per la prima volta in un elenco di decime dovute dai suoi abitanti al Monastero. In seguito alle scorrerie ed alle violenze dei Saraceni il territorio si spopolo ed ogni cosa andò in rovina. Nel 1267 Carlo D'Angio concesse il Monastero di Conversano, abbandonato dai Monaci, e le terre di Castellana alla Badessa Dameta Paleologo assegnandole alcuni poteri feudali e religiosi. L'amministrazione delle Badesse si protrasse 600 anni, fino a quando nel 18IO Gioacchino Murat annullò i privilegi delle Badesse e assegno ogni prerogativa al Vescovo di Conversano. Nel XIII e XIV sec. i territori appartennero a Maria d'Enghien, ai duchi di Bari, a Giovanni Antonio Orsini ed a Giulioantonio Acquaviva morto nel 1481, mentre si accingeva ad attaccare i Turchi che avevano terribilmente saccheggiato e con inaudite violenze sottomesso Otranto. Nel XV sec. il territorio fu più volte invaso dalla Repubblica Veneta interessata ai legni pregiati dei suoi boschi e saccheggiato dalle orde di Maramaldo. Tutta la regione nel 1626 fu sottomessa e dominata dal famigerato Guercio di Puglia, al quale segui un lungo periodo di pace sotto la saggia reggenza della contessa Dorotea Acquaviva d'Aragona. I secoli XVII e XVIII furono caratterizzati da innovazioni e significative riforme sociali con la concessione da parte di Carlo III di sgravi tributari, con la revoca ai baroni di privilegi e prerogative, con l'affermarsi nel campo giuridico di una maggiore uguaglianza tra i cittadini ed infine con l'esaurirsi della Contea degli Acquaviva, ultimi signori e padroni delle terre di Bari. Castellana si distende su una vasta zona calcarea ricca di straordinari fenomeni carsici, a 295 metri sul mare nel cuore delle Murge favolose. Nel suo territorio, in tempi remoti, apocalittici sconvolgimenti geologici crearono estese fratture e gigantesche congiunture. Nel corso dei millenni le acque, infiltrandosi lentamente fra le rocce calcaree del sottosuolo, attraverso le innumerevoli fratture, gravine, conche e doline hanno creato una stupenda rete di sotterranei, caverne, voragini fra le più estese e più belle del mondo, che rappresentano per la superba bellezza delle concrezioni cristalline, delle decorazioni naturali e per la varietà delle sale un'attrattiva di interesse generale. I corridoi, le caverne danno 1'impressione di trovarsi in un mondo di fiaba, in un luogo misterioso fuori dal tempo. Una parte delle grotte era nota fin dal Medioevo, tuttavia la prima relazione scritta risale al 1872, anno in cui 1'ingegnere Palmieri, il prof. Guiscardi e l'ingegnere dell'Erba scoprirono ed esplorarono la grotta della Iena, cosi chiamata perché in essa furono rinvenuti i resti fossili dell'animale e di altri animali selvatici.

 


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