CRIPTA : BELLEZZA NASCOSTA


Ai lati della scalinata che porta al presbiterio vi sono gli accessi alla cripta, costruita nel 1524. Questi ingressi, fino al 1950 erano perpendicolari all'asse della navata centrale. Nel 1953 la Sovrintendenza ai Monumenti modificò profondamente il sistema di accesso alla Cripta, che prima era articolato su una scala in mezzeria dalla navata centrale, di non vasta larghezza, che saliva fino al coro. Vi erano, poi altre due scale, più strette affiancate alla prima, che scendevano direttamente a fronte degli ingressi laterali della Cripta. La balaustra che definiva la scala ed il coro era formata da colonnine in ghisa e da pilastrini in pietra scolpiti con simboli e stemmi dei Ferillo: una di essi funge da leggio a destra del presbiterio, altri sono raccolti nel museo. In seguito ai restauri del 1950 e tolta la decorazione barocca, le due rampe di scale ed i due eleganti portali furono ridimensionati ed adattati alla severità dello stile romanico. Sui frontoni dei due portali vi è la scritta: ANNO DOMINI MDXXIII .


All'interno quattro colonnine sorreggono le volte a vela che poggiano su delle basi scolpite con simboli ed iscrizioni. Le colonnine sono in marmo: diverse una dall'altra e sembrano essere materiale di spoglio. La cripta fu voluta e finanziata dal Conte Giacomo Alfonso Ferillo e dalla Consorte Maria Balsa (o Del Balzo) di Gravina prozia di Papa Orsini, secondo l'iscrizione posta a sinistra dell'ingresso. Sui pilastrini vi sono diverse composizioni dello stemma della famiglia Ferillo, iscrizioni funerarie; simboli che richiamano alla vita di oltre tomba o alla lotta tra il bene ed il male. I capitelli delle colonne, in stile corinzio sono diversi l'uno dall'altro. Il sarcofago collocato per i Ferillo e posto in un arco solio con volta decorata alternativamente con stelle simbolo degli Orsini-Del Balzo ed il cavallo dei Ferillo.

Ai lati degli ingressi vi erano due acquasantiere: quella di sinistra è andata perduta; quella di destra, ancora presente, porta al centro il solito stemma dei Conti Ferillo. Sul bordo è incisa una scritta: SI CREDIS UNDA LAVAT. All'interno sono disegnati pesci ed anguille per ricordare al fedele che" l'acqua santa è solo un segno, chi purifica è Cristo ". Lungo il perimetro corre un fregio con decorazioni floreali e simboli. A sinistra, in corrispondenza dei semi pilastrini che delimitano ed incorniciano gli affreschi sono scolpiti i ritratti della Contessa Del Balzo, il Conte Giacomo Alfonso Ferillo e l'autoritratto dell'architetto-scultore: Mastro Pietro di Muro Lucano. Detti conti erano signori anche di Ruoti e Muro Lucano e si spiega perchè il Mastro abbia lavorato per lunghissimi annia in Acerenza. Egli, degno seguace della gloriosa scuola di scalpellini - architetti che fa capo al mastro Sarolo, ha lasciato i segni più belli della sua geniale arte nella Cripta del 1524, nel Campanile del 1555 e nell'edicola del S.S. Sacramento del 1570.