L'arca rappresenta al centro la porta socchiusa del Paradiso, sormontata nella lunetta da
una stella a cinque punte, a simboleggiare il Cielo. Alla sua destra, l'Arcangelo Michele
porta in braccio l'anima del defunto, sotto forma di bimbo in fasce, presentandola a San
Pietro, il quale, nella sinistra della lastra, è evidenziato sia dalla maggiore statura,
sia dalle chiavi che sostiene con la mano destra. Secondo l'iconografia bizantina,
l'Arcangelo ha un' ala alzata e una abbassata, quasi a simboleggiare un volo appena
conclusosi.
Ai lati estremi della lastra campeggiano due stemmi a scudo cuneiforme, suddivisi in
quattro spazi, alternativamente lisci e rigati. Le parti rigate sono le cinque sbarre
di Ruperto, ch'erano due sopra a man sinistra e tre a basso alla man destra, come
dice padre Bonaventura da Lama nella sua Cronica. Nello stemma della casata, le
cinque sbarre sostituirono le tre rose degli Andrano, a testimonianza forse della
consaguineità tra Roberto, Imperatore di Costantinipoli, e Jachina, moglie di Nicolò
d'Andrano.
Il resto della superficie della lastra è decorato con rami e foglie d'acanto intrecciati
secondo la tecnica bizantina; tra essi si individuano facilmente una civetta e un corvo:
la loro presenza simbolica ci fa pensare al mosaico pavimentale nella Chiesa di Otranto:
Pantaleone, il sacerdote che eseguì il mosaico tra il 1163 e il 1166, inserì tra i rami
dell'albero, che occupa tutta la navata centrale, un corvo, simbolo del peccatore
incallito, e una colomba messagera di pace, con il ramo di ulivo nel becco.