Il XIX ed il XX secolo
 

Sotto Carlo I, Ferdinando I, Francesco I, Ferdinando II, Francesco II di Borbone, Cerignola potè progredire, ma molto lentamente, mentre cominciò a godere di un certo benessere sotto Giuseppe Bonaparte, al quale si devono leggi sagge fra cui, di importanza massima, quella del 1806 relativa all’abolizione dell’odiatissimo feudalesimo, con conseguente confisca, da parte dell’Università della Terra di Cerignola (cioè il Comune) di tutti i beni mobili ed immobili degli Ordini religiosi soppressi.
Non solo, ma le condizioni del bilancio comunale migliorarono ancora nel 1810, quando, in dipendenza delle sentenze della Commissione Feudale istituita da Gioacchino Murat, succeduto a Giuseppe Bonaparte, finalmente venne risolta la lite con l’ex feudatario, con la confisca delle sue terre che vennero assegnate al Comune; cosa che procurò la ricchezza degli anni successivi.
Poi vennero i moti del 1848, le guerre per l’indipendenza e, finalmente, nel 1860, il Regno delle Due Sicilie - del quale Cerignola faceva parte - fu annesso al Regno d’Italia.

E’ bene ricordare quanto e come contò il patriottismo cerignolano nell’ambito della lotta per l’indipendenza nazionale, dai moti del 1799, con la cosiddetta “Repubblica Partenopea”, al plebiscito del 1861.