Immediatamente, ma troppo tardi, Luigi d’Armagnac con il suo esercito lasciò Canosa e, varcato l’Ofanto sul ponte romano, si diresse anch’egli verso Cerignola, giungendovi però molte ore dopo gli Spagnuoli, i quali ebbero tutto il tempo di attendarsi, di riposarsi e di allargare ed approfondire un fossato naturale, una “marana”, alzando con la terra di riporto un piccolo argine nei pressi della chiesetta rurale della Madonna delle Grazie (o “Incoronatella”, ovvero “del Padreterno”) dando le spalle al Borgo di Cerignola, mentre la piccola guarnigione francese di stanza a Cerignola cercava di disturbare - senza riuscirvi - i lavori campali degli Spagnuoli con lo sparo di alcuni colpi di cannone e di spingarde, dall’alto del Palazzo Ducale.
Mancava poco, ormai, al tramonto quando si profilarono all’orizzonte le truppe del Nemours, il quale non potè fare altro che fermare il suo esercito di fronte a quello nemico e, quindi, di faccia al sole.
Per questo, chiamati a raccolta i suoi ufficiali, il Nemours propose loro di rinviare l’attacco all’indomani, anche per far riposare i suoi uomini; ma Ivo d’Alegre accusò il suo comandante di pusillanimità e di stanchezza, per cui, punto sull’orgoglio, il Nemours dispose in tutta fretta l’esercito, e diede il segnale di battaglia. |