San Trifone martire
 

San Trifone nacque nel 232 circa in Frigia nella città di Kampsada (oggi Iznir) nei pressi di Nicea (Lampsakos), provincia romana di Apamea. La regione si trovava sotto dominio romano dal 116 AD., in quel periodo Roma possedeva gran parte dell’Asia Minore. La vita di San Trifone si svolse sotto il papato di San Ponziano (230-235), Sant’Antero (235-236) e San Fabiano (236-250). La maggior parte della gente svolgeva la vita di agricoltore; oggi vi sono pochissimi resti di Kampsada salvo la piccola città di Lapseka vicino ai Dardanelli, in Turchia. Un manoscritto Armeno riferisce che i genitori di Trifone erano Cristiani e diedero al loro bambino il nome di Truph, che nella radice etimologica vuole dire "anima nobile". In latino e in greco divenne Tryphon e nel diciassettesimo secolo l'arcivescovo Croato Andrija Zmajevic diede il nome slavo "Tripun". Il padre di Trifone morì quando era bambino e l'intera attenzione per la sua educazione di Cristiano cadde sulla madre Eukaria. Nel Dicembre del 249 sino alla fine del 250 l’Imperatore Romano Decio emanò un decreto autorizzando la persecuzione dei Cattolici. Fu il settimo dai tempi di Nerone ed il primo che investì l’intero Impero Romano. Fu allora che Trifone, ancora giovane, fu martirizzato. Si racconta che per fuggire alla persecuzione i Cristiani, sia ragazzi che adulti, furono costretti a fare un’offerta di fronte alla statua dell’imperatore. Alcuni culti pagani furono vietati, ma il rifiuto di eseguirli portava al sequestro di tutti i possessi, all’arresto, ai lavori forzati, alle torture sino alla morte. Durante la gestione di Aquilinus, prefetto di tutta l’Asia Minore, San Trifone fu preso dal suo luogo di nascita. Alla domanda "che cosa sei", Trifone rispose "un Cristiano". Dopo tre giorni di tortura lo costrinsero a fare la sua offerta ai dei. Il suo corpo fu inviato al suo luogo di nascita Kampsada, quindi portato a Costantinopoli e da lì a Cattaro.