Maria S.S. di Ripalta
 

Il Quadro è un dipinto su tela, disteso su tavole di legno della lunghezza di metri 1,80 circa, per una larghezza di metri 0,80 connesse fra loro ed incorniciate rozzamente, tenute insieme - sul retro - da tre assicelle orizzontali; esso appartiene alla scuola bizantina, della quale è utile fornire qualche cenno. Nella pittura, come nei lavori di intaglio, a Costantinopoli due erano gli stili principali: uno, più raffinato, proprio di Alessandria, e l’altro, più grossolano, che si era affermato nell’interno e che è più comunemente noto come “stile copto”; a quest’ultimo si rifà, senza ombra di dubbio, il quadro della Madonna di Ripalta. La “Vergine col Bambino”, esistente nel monastero di Santa Caterina, sul monte Sinai, molto simile al dipinto di Cerignola, è un esempio classico dei rigidi atteggiamenti frontali e delle pose ieratiche che vennero introdotte in Egitto dalla Siria e che portarono all’affermazione dello stile copto nella pittura di Costantinopoli. Maggiori analogie con il dipinto della Madonna di Ripalta si riscontrano, sia pure con tecniche diverse, in un mosaico nell’abside della chiesa dell’Assunzione a Nicea, ed in un mosaico sulla porta meridionale della chiesa di Santa Sofia, a Costantinopoli. Ma dove il Quadro diventa in maniera impressionante l’originale di una quasi perfetta copia, o viceversa, è in un dipinto conservato nella National Gallery di Washington (al quale mancano le incisioni sul volto della Madonna e sulle gambe del Bambino); entrambe le figure materne risultano sedute su di un podio; entrambi i bambini sono poggiati sul braccio destro della Madre e sono raffigurati nel gesto di benedizione, con indice e medio della mano distesi e con pollice, anulare e mignolo raccolti; tutti e due stringono nell’altra mano il rotolo dei Vangeli; stesso paludamento di Maria, uguale anche nei colori.