Maria S.S. di Ripalta
 

A circa nove chilometri dalla città, e precisamente sulla riva sinistra del fiume Ofanto, ove il territorio ha la forma di un altipiano verso l’abitato e di elevata rupe verso l’Ofanto, sorge un’antica cappella, costruita - secondo la leggenda - all’epoca del rinvenimento del quadro della Madonna di Ripalta.

La leggenda, di generazione in generazione e fino ai tempi attuali, dice che, nel 1172, alcuni ladri rinvennero, in una grotta dello scosceso costone sul fiume, il sacro Tavolo e, inconsci del suo vero essere, se ne servirono per tagliare del lardo con un accetta; ma, dopo i primi colpi di scure, essendosi prodotti dei tagli nel legno, schizzò del sangue che arrossò il lardo e fece restare esterrefatti i ladri, i quali solo allora - ribaltando il legno si accorsero di aver deturpato il volto dell’Immagine e le gambe del Bambino dipinti su una tela incollata sul legno stesso. Terrorizzati, fuggirono, ma ebbero modo di far conoscere la scoperta ed il miracolo alla popolazione dei due centri urbani più vicini: Canosa e Cerignola. Dalle due cittadine accorsero in gran numero i fedeli, ed una disputa si accese fra loro per il possesso del Quadro. Alla fine fu deciso di comune accordo che esso fosse posto su di un carro tirato da buoi, senza conducente, dinanzi al bivio che portava a sinistra verso Cerignola ed a destra verso Canosa. I buoi, non sollecitati da alcuno, avviandosi verso questo o quel paese, avrebbero dato il diritto del possesso al popolo dalla Vergine prescelto.

Ed i buoi si avviarono verso Cerignola.