APPROFONDIMENTO
La grande rivoluzione Francese del 1789 ebbe infatti la sua ripercussione nel regno di Napoli e nelle Puglie nel 1799. L’idea repubblicana si era fatta strada a Bari, Alatmura, Modugno, Acquaviva, ed in altri centri. Di contro vi resisteva il partito dei borbonici, che mal tolleravano l’intrusione dei francesi. Andria, Trani, Gioia ed i casali di Bari, tra cui primeggiò la nostra Ceglie, furono covi di ardenti reazionari borbonici. Il 24 gennaio 1799 entrava in Napoli il Generale Championnet fondandovi la Repubblica Partenopea, con un Parlamento Nazionale composto di 25 membri; nove di questi vennero barbaramente trucidati in Ceglie, al bivio detto della Conedda, presso i ruderi delle storiche Badie di S.Angelo e S.Nicola. Tremende furono poi le giornate di aprile, quando Ceglie fu messa a sacco e fuoco dai baresi, modugnesi, sostenuti dalle truppe francesi del Brussioer, venuto da Napoli a spegnervi i focolai rivoluzionari del sanfedismo provinciale. Gli anni successivi alle turbine rivoluzionarie del 1799 furono ancora calamitose per il Comune di Ceglie, ancora immerso nel lutto e nella rovina. Il consiglio decurionale non si radunava da molti mesi per paura dei tempi e delle idee in contrasto. Il cardinale Ruffo della Sicilia, rifugiatosi presso la corte borbonica, invano tentava di riconquistare il Reame con la croce ed il saccheggio. Il cardinale aveva decretato in seguito ai fatti del 1799, l’esenzione di ogni imposta per dieci anni a favore di Ceglie. Si riattivò il corpo delle Guardie campestri per mantenere l’ordine. [Con delibera decurionale del 20 luglio 1820 si ricorreva al Re chiedendo ristoro dei danni patiti dal Comune, ordine di non spedirvi subalterni atti più al saccheggio, e i finanziamenti per la costruzione della Chiesa maggiore.] In seguito all’unificazione del Regno d’Italia nel 1860, Ceglie seppe seguire il movimento liberale; parecchi furono i benemeriti che spianarono la via al passaggio del nuovo regime parlamentare della liberale Casa Savoia, tra questi ricordiamo il Cav. Nicola Carmosini, sindaco del Comune di Ceglie del Campo. Per finire,citiamo un avvenimento di particolare importanza per la storia di Ceglie : la perdita dell’autonomia comunale a seguito del Regio Decreto 16/02/1928, n. 364, che aggregò, per creare la grande Bari Fascista, i comuni di Carbonara e Ceglie del Campo e quello di Bari, trasformandoli in frazioni.