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Con profondità di campo si intende l'estensione di quelle zone del soggetto
che, più vicine o più lontane del punto secondo cui è stata effettuata la messa a fuoco
possono essere rese ancora con sufficiente definizione.
Se per esempio l'obiettivo è messo a fuoco per ritrarre un soggetto posto alla
distanza di 2,4 m, è possibile ottenere una
buona delineazione anche di quanto si trova- entro certi limiti- più vicino o
più lontano rispetto all'obiettivo, dal soggetto principale; in questo caso
parleremo di un campo di messa a fuoco che si estende per esempio da 1,8m a 3,6m.
La regola è che questa nitidezza extra si
estende da un terzo davanti a due terzi dietro il punto di messa a fuoco.
La profondità di campo aumenta quanto più si riduce l'apertura dell'obiettivo, quanto più è
lontano il soggetto e quanto più corta è la focale dell'obiettivo impiegato.
E' questo dunque il motivo per cui le fotocamere per il piccolo formato, che montano
come ottiche standard obiettivi di focale relativamente corta- danno un campo di messa a fuoco
la cui estensione è maggiore di quella conseguibile con un obiettivo normale.
La profondità di campo è influenzata da tre fattori: la
lunghezza focale dell’obiettivo, il
valore del diaframma utilizzato e la distanza
tra noi e il soggetto a fuoco.
Dopo aver capito come fare per ottenere una giusta
profondità di campo dobbiamo capire dove mettere a fuoco, quindi dobbiamo usare
la scala delle profondità di campo, chiarito questo non avremo più bisogno di
mettere a fuoco per ottenere una fotografia descrittiva.