Assi Convergenti. Si che cerca di emulare l'osservazione naturale dell'uomo,
questo metodo tuttavia può non dare risultati eccezionali per le differenze tra l'occhio e la fotocamera.
Mentre nell'occhio umano viene messa a fuoco una piccola parte dell'immagine, che si forma in una zona elissoidale sulla retina del diametro
di circa 2,5 mm chiamata fovea centralis e man mano che ci si allontana da questa
l'immagine va sempre più sfocandosi, nella camera da presa viene messo a fuoco anche lo sfondo dell'oggetto creando disturbi percettivi nella visione del modello.
Altro inconveniente è anche la complessità delle formule da applicare nell'orientare la coppia di immagini.
Assi ortogonali alla base o caso normale. E' il più vantaggioso per la semplicità delle sue formule,
ma possiede lo svantaggio di diminuire la superficie di ricoprimento longitudinale dei fotogrammi
con l'aumentare della base.
Assi obliqui paralleli. Questo metodo viene usato quando la distanza di ripresa è piccola rispetto alla base. In tal senso la base non sarà più quella misurata tra
i centri di proiezione, ma risulterà essere la distanza tra i due assi principali.
Per quanto riguarda gli strumenti, possiamo utilizzare camere metriche o
comuni fotocamere. Nelle prime, più adatte allo scopo, si ha un maggiore potere risolutivo
degli obiettivi, bassa distorsione, conoscenza della focale con precisione di 1/100 di mm,
individuazione del punto principale mediante quattro marche riprodotte sui fotogrammi.
Le camere metriche possono essere binate, denominandosi in tal caso
camere stereometriche o
semplicemente stereocamere, consentendo
la ripresa con un unico scatto, o
unite ad un teodolite (fototeodolite),
permettendo in tal caso il rilevamento topografico dalla stessa postazione.
L'uso della macchina fotografica comune in luogo delle camera metrica presenta lo svantaggio
di non avere ben determinati i valori della focale, del punto principale e dell'orientamento
dell'asse ottico principale rispetto alla superficie fotosensibile che risulta spesso non perfettamente
piana; inoltre l'obiettivo può presentare distorsioni fuori dai limiti di errore ammissibile.
Si consideri che l'errore sul fotogramma, riportato sull'oggetto varia in modo proporzionale
alla distanza di ripresa e inversamente proporzionale alla focale.
Gli elementi di errore, per quanto detto, possono ridursi adottando particolari accorgimenti:
- utilizzare sempre la stessa tecnica di ripresa;
- testare il fotogramma mediante software specifici che ne determinano le caratteristiche;
- eseguire riprese breve distanza.
La macchina fotografica ha comunque il vantaggio di avere bassi costi e maggiore versatilità nelle diverse condizioni di luminosità, esposizione e profondità di campo.
Le fotocamere digitali meritano invece discorso a parte. Ai vantaggi già
citati per la macchina fotografica, si aggiunge la perfetta planarità della superficie fotosensibile (sensore CCD) nonchè l'eliminazione delle fasi di sviluppo
delle pellicole e di acquisizione mediante scanner.
Al fine di garantire una qualità soddifacente ai fini del rilievo architettonico è bene fare attenzione alla risoluzione
massima delle fotocamere (espressa in pixel o Mega-pixel), ovvero alla densità e alla
qualità di informazioni percepibili da queste. Di regola non dovrebbe scendere al di sotto dei 2Mpx.
Altro fondamentale aspetto è quello relativo alla compressione delle immagini;
molti formati delle immagini digitali (come per esempio JPG) portano infatti alla perdita
di qualità e dunque di informazioni. Buoni risultano i formati BMP e TIF con una
profondità di colore true color 24 bit (16,7 milioni di colori). In questi formati
non compressi le immagini risulteranno ovviamente molto più capienti, dunque è
bene non acquisire con risoluzioni sovrabbondanti e tenere conto della precisione richiesta in funzione anche della scala di rappresentazione.
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