L'evento che si
vuole narrare è ambientato nell'anno 1503 quando Barletta era governata da Spagna,
sebbene nelle vicinanze vi fossero insediamenti francesi, noti per la loro
gallica arroganza. Quella che oggi viene tramandata ai posteri come "Cantina
della sfida"
era nota come la locanda dell'oste Veleno, dove ebbe luogo la sfida tra cavalieri
italiani, francesi e spagnoli, che poi diede vita alla famosa Disfida. Nella famosa locanda
tutto ebbe inizio allorché il francese la
Motte mise in dubbio il valore militare degli italiani ingenerando uno scontro
che poi si trasferirà sul campo di battaglia. I
francesi, mai sopita la solita arroganza, sfidarono un drappello
di italiani a confrontarsi con la cavalleria francese.
Tale
Subito si creò un primo gran duello tra il francese Martellin de Lambris e
l’italiano Fanfulla da Lodi. Ma subito si assistette al nodo cruciale della
sfida: il duello tra Ettore Fieramosca e La Motte. Lo stesso duello
non ebbe storia e La Motte venne subito dopo dichiarato prigioniero da un
intervento di uno dei giudici. In questo momento gli italiani sferrarono l'ultimo e decisivo attacco
allo sparuto manipolo francese sospingendo gli spettatori a stringersi attorno
alla cavalleria italiana. Alle grida di: "prigioni, prigioni", i cavalieri
francesi non si arresero e furono salvati dalla morte solo dalla galanteria del
pubblico italiano. La disfida si concluse ed i cavalieri italiani ebbero
vendicato l'onore italiano. A questo punto è doveroso ricordare le parole che
Fieramosca rivolse ai francesi sconfitti: "Non vi dirò di rispettar d'or innanzi
il valore italiano: dopo simili fatti le mie parole sarebbero superflue. Vi dirò
bensì che impariate d'or innanzi ad onorare il valore e l'ardire
Lo scrittore che fece rivivere la famosa Disfida di Barletta fu Massimo D'Azeglio che ci ha donato un romanzo che sottolinea la grandezza eroica degli italiani, come prova dell'amor patrio risorgimentale e del più grande evento storico del tardo Medioevo-alto Risorgimento di Puglia. |