Il marchese Carlo morì nell’anno 1730. Figlio di Domenico Nicolai (nato a Bitetto l’8 dicembre 1624) e di Clarice Viti (nata ad Altamura il 24 agosto 1632) fu il terzo di ben dodici figli, nato ad Altamura martedì 21 dicembre 1665 alle ore 19.00. Il suo secondo nome fu Tommaso, in onore di S. Tommaso Apostolo di cui il giorno della sua nascita ricorreva l’onomastico. Battezzato dal reverendo Canonico Donato Cionni e cresimato a Gravina il 9 maggio, compì i suoi studi a Napoli insieme con il fratello Giovanni Antonio laureandosi in diritto pubblico e privato. Spogliatosi dell’abito sacerdotale, sposò ad Altamura la nobildonna Vittoria Viti, figlia di Domenico ed Elisabetta De Mari, il 13 febbraio 1689 all’età di 24 anni. Il matrimonio fu celebrato a Bitetto dal fratello dello sposo don Giovanni Antonio De Nicolai. Grazie all’aiuto dei fratelli Francesco e Cataldo riuscì a comprare il feudo di Canneto nel 1719, pagando al barone Gian Giuseppe Gironda 75.066 ducati.


L’imperatore Carlo VI degli Asburgo nel 1724 lo nominò primo marchese di Canneto per i meriti e i servizi prestati. Degli undici figli che ebbe è importante ricordare il secondo marchese di Canneto, Domenico, l’ Arcivescovo di Conza, Giuseppe, il gesuita Cataldo, e Francesco. Fu brillante nello svolgimento della sua professione e sempre lodato per il suo spirito di pietà e rettitudine; fu singolarmente pronto e accorto nell’amministrazione e nel governo dei sudditi. Di lui si dice: “integritate ac religione vitae…..nec non publici privatique juris scientia atque usu praestantissimi……in rebus agendis subditorumque rectione prudentia vero ed levitate singolari”. Furono la nuora Anna Maria Federici , patrizia genovese, e il figlio Francesco Paolo, terzo marchese di Canneto, a far innalzare il mausoleo nel 1730. Morì ad Altamura il 15 agosto 1730 e fu inumato nella Chiesa di S.Francesco, ora distrutta. Il mausoleo in suo onore fu collocato nella Chiesa della Madonna della Stella. Successivamente le spoglie furono trasportate a Canneto.



Nella Cappella di Santa Maria della Stella è sepolto anche Mons. Giuseppe, Arcivescovo di Canosa, poi di Capaccio e infine di Conza. Nacque ad Altamura il 9 gennaio1695 alle ore 12 e lo stesso giorno ricevette il battesimo. Era il quintogenito, figlio di Carlo e di Vittoria Viti. Il 6 marzo 1714 prese possesso del primiceriato nella Chiesa maggiore di Altamura, in seguito alla rinuncia fatta dallo zio materno Nicolò Domenico Viti. Anche Giuseppe ebbe una formazione intellettuale, morale e culturale. Nel 1720 Francesco Paolo Gaetano fu eletto Arcivescovo di Conza e per undici anni conservò questa posizione con spirito di altruismo, carità e abnegazione, fino alla decisione di dimettersi volontariamente. Così il 9 agosto 1731 Giuseppe prende il posto dello zio per nomina di papa Clemente XII. Durante il suo mandato mise in luce le sue virtù di uomo onesto, bravo, morigerato e timorato di Dio. Si comportò con così tanta generosità verso i poveri da essere chiamato “padre dei poveri”. Tutto ciò che era rimasto del patrimonio della ricchissima sede fu investito in arredi sacri. Di lui si dice: “ ut iure pater pauperum vocari memerit……eximio exempio innocentiae et puritatis……omnique virtutum genere ornatissimo”. Fu Arcivescovo di Conza per 27 anni. Giuseppe Nicolai morì il 27 ottobre 1758 alle 23.30 nel feudo di S. Andrea, sede residenziale degli arcivescovi di Conza. Nella Cappella di S.Maria della Stella fu innalzato un mausoleo in suo onore( che si trova entrando di fronte a destra ) per volere dei nipoti Giovanni Battista, prelato domestico del pontefice Clemente XIII, e Francesco Paolo, terzo marchese di Canneto. Questi due fratelli innalzarono a loro spese il mausoleo a mons. Francesco Nicolai.



Entrando, di fronte a sinistra si trova il mausoleo dedicato a Francesco Paolo Gaetano. Questi nacque ad Altamura il 23 luglio 1657. Compì i suoi studi a Roma dove si laureò in sacra teologia. Dopo la nomina a canonico voluta dall’arcivescovo di Bari mons. Tommaso Ruffo, avendo rinunziato al suo canonicato, fu provvisto dal pontefice Alessandro VIII (1689-1691 ) della prepositura a Canosa con la giurisdizione di ordinario e con l’uso della mitra e del pastorale. Aveva appena 32 anni ma era già molto maturo culturalmente. Il 21 luglio 1704 fu eletto vescovo di Capaccio, in provincia di Salerno, dal papa urbinate Clemente XI. Il 2 settembre 1716 fu nominato vescovo di Conza in provincia di Avellino. Suo fratello Cataldo fu uditore del cardinal Casonio e poi luogotenente civile generale nella legazione di Ferrara; sua sorella Maria Teresa Bibiana, nata a Bitetto il 2 dicembre 1658, sposa del signor Girolamo Volpi, si distinse per i suoi studi letterari, annoverata fra gli Arcadi con il nome pastorale di Licori Tersilia. L’ arcivescovo Francesco morì l’ 11 agosto 1731 nella residenza di S. Andrea e fu provvisoriamente sepolto nella Chiesa di S.Michele accanto al palazzo vescovile. Lasciò alcuni scritti di una certa rilevanza tra i quali: “Commentarii storici della sede Canosina”, “Dissertatio historico-canonica de Episcopo visitatore seu de Antiquo Redimine”, “Ecclesiae vacantis ab intelligentia verborum in Registro Epistolarum B. Gregorii magni”, “Epistola patoralis Capitulo, Clero et Populo diocensis Caput-Aquensis”, “Risposta sopra li Rituali Chinesi” e probabilmente secondo alcuni storici anche “ Adversus calumnias Francisci Lamberti in Regular S. Francisci”. Poi la sua salma fu trasferita nella Cappella della Madonna della Stella di Canneto.



Un altro celeberrimo rappresentante della famiglia Nicolai fu Domenico, figlio di Carlo, primo marchese di Canneto, e di Vittoria Viti. Questi aveva più di un nome: Domenico, Gioacchino, Francesco, Sabino. Nacque ad Altamura il 20 marzo 1692 ed ebbe come padrini di battesimo Gianvincenzo ed Eugenia Rossi. Ebbe come fratelli Giuseppe (1695-1758), arcivescovo di Conza, Francesco e il gesuita Cataldo (1693-1758). Dopo esser stato cresimato il 22 marzo 1695 intraprese gli studi andando a Roma e passando nella legazione di Ferrara, in Emilia, presso Lorenzo Casonio. Nel 1718 divenne auditore e il cardinal Casonio prima di morire lo raccomandò nel testamento a papa Clemente XI e gli assegnò 165 scudi romani per pensione. Nel 1719 il marchese si stabilì a Canneto e il 26 luglio del 1724 dimise l’abito clericale e rinunciò ad alcuni beni ecclesiastici a favore del fratello don Giuseppe. Il 2 aprile 1725 sposò a Genova la nobildonna Anna Maria Federici, figlia di Gianbattista e di Eleonora Spinola. Dopo aver visitato a Roma gli eminentissimi parenti della sposa e il cardinal Masini, fecero ritorno a Canneto il 27 maggio 1725 prendendo dimora presso il palazzo marchesale. Domenico ebbe dieci figli, sette femmine e tre maschi ma non tutti vissero. Ai rimasti vivi diede uno stato sociale decorosissimo. Di piacevole e gradito aspetto aveva maniere garbate e signorili che facevano di lui un uomo generoso, umile, altruista e per questo amato e rispettato da tutti. Durante il suo marchesato giunsero a Canneto le ossa di S.Vittoriano il 23 luglio 1753. Nel 1758 il 17 agosto all’età di 66 anni morì. Considerato dal figlio un genitore incomparabile e degno di alti meriti, gli fu innalzato un mausoleo nella Cappella della Madonna della Stella.


Al figlio di Domenico, Francesco Paolo, terzo marchese di Canneto, Nicola Casonio, membro del collegio fiscale e generale d’esercito nello stato Pontificio, diede in moglie la figlia Elena dei conti di Villanova, pronipote del cardinal Casoni. Francesco Paolo nacque a Canneto il 5 novembre 1735, quintogenito di Domenico e di Anna Maria Federici di Gianbattista e di Eleonora Spinola. All’età di sette anni morì Carlo Felice e perciò il titolo toccò a Francesco Paolo. Questi studiò cinque anni nel Collegio Clementino di Roma dal quale fu ritirato il 20 giugno 1747 e mandato ad Altamura presso lo zio, il canonico Gianbattista. Dopo aver imparato il diritto alla scuola di Papiniano Cusani. Dall’ unione di Francesco Paolo e Elena Casonio nacquero sette figli, quattro maschi e sette femmine, ma sei ne morirono in tenera età e furono tutti seppelliti nella Chiesa di Santa Maria della Stella. L’unica a sopravvivere fu Anna Maria Maddalena Settimia (nata il 13 agosto 1763) e a causa del parto difficile e laborioso perse la vita la mamma all’età di 33 anni. La salute di Francesco Paolo risentì di questa disgrazia familiare ma nonostante tutto dopo quattro anni di vedovanza sposò nel 1767 Vincenza Bojara dei marchesi di Monteparano. Da questo secondo matrimonio non nacque nessun figlio. Il marchese fu afflitto da reumatismi cronici e il male si tramutò in cancrena. Fece costruire un ospedale per i poveri e si fece sempre amare dai suoi sudditi. Morì il 7 settembre 1775 alle 17.30 a soli 44 anni e fu tumulato nella cappella di famiglia. Nell’anno della sua morte fece per la sua famiglia un sepolcreto e un’iscrizione sul pavimento ricorda questo sepolcreto. Fu un personaggio erudito che si rese celebre con la traduzione in versi endecasillabi italiani della “Zaira” di Voltaire.