SCHEDA STORICA
-L’area dello stabilimento Fibronit, sito in Bari in via Caldarola, è stata utilizzata per circa cinquanta anni anche come discarica dei rifiuti della lavorazione, consistenti in polveri e fibre, sia di cemento che di amianto, nonché di scarti di manufatti contenenti amianto.
- In data 02.02.1995, il N.O.T.A. (Nucleo Operativo territorio e Ambiente) della Provincia di Bari effettuava un sopralluogo limitatamente all'area sud dello stabilimento (c.d. area nuova di stoccaggio, a ridosso del cavalcavia di via Omodeo) ove erano ancora ammassati diversi quantitativi di manufatti in cemento-amianto.
- In quell'occasione, gli agenti verbalizzanti prendevano atto della presenza di "ingenti quantitativi di rifiuti ammassati sul suolo" ed "in pezzettatura diversa" , di un danno generale ambientale di "vaste proporzioni" , e rilevavano altresì la necessità di operazioni di carotaggio per l'accertamento dell’inquinamento anche nel sottosuolo.
- Furono necessari una serie di provvedimenti amministrativi per la attuazione della bonifica per rimozione(vedi approfondimenti)
- La messa in sicurezza tramite copertura di un sito contaminato da amianto è il procedimento più semplice, più sicuro (e date le dimensioni dell’area anche più economico) e di cui si ha già una consolidata esperienza, sia in Italia che all’estero.
- Le opere di messa in sicurezza tramite copertura, confinamento e incapsulamento consentono la sicura inertizzazione dell’area contaminata da amianto ed in condizioni di assoluta sicurezza, sia per i lavoratori che per la cittadinanza.
- La riconversione a parco urbano o a verde pubblico (proposta in alternativa dal Comitato Cittadino Fibronit con istanza del 25/09/2000 rivolta al Sindaco di Bari) è l’unica soluzione proponibile per una reale altresì un modo per risarcire, almeno in parte, la cittadinanza barese dalla esposizione all’amianto cui è stata soggetta che per cinquanta anni durante e dopo l’attività dello stabilimento Fibronit di Bari.
- La riconversione a verde pubblico di una vasta area offrirebbe, inoltre, alla cittadinanza
un nuovo ed esteso parco all’interno dell’area metropolitana, carente di spazi a verde pubblico.
- Infine, la estrema pericolosità delle fibre di amianto presenti nell’area ex-Fibronit deriva non solo da eventuali iniziative edificatorie, ma dalla attuale e accertata (come sopra richiamato dalla relazione del N.O.T.A.) presenza di un notevole (e per il momento incalcolabile) quantitativo estremamente dannoso per la salute dei cittadini.
(Ulteriori approfondimenti sulle vicende storiche della fibronit)