La Masseria Caggiano

com'era

Per chi vuol saperne di più...

Degno di un approfondito commento è questo bassorilievo lapideo incorniciato nella formella rettangolare, visibile nella parte superiore dello stipite d’accesso alla piccola chiesa posto nel cortile dell’antica dimora. La posizione decentrata dell’opera scultorea rispetto alla porticciola lascia desumere che quest’ultima potesse avere dimensioni diverse all’origine. Anche la cornice doveva essere arricchita da un più sontuoso ricamo, le cui tracce ancora s’intravedono.
Il soggetto è un idillio votivo di datazione incerta, probabilmente realizzato da maestranze locali. Al centro della formella è collocata l’immagine di un uomo inginocchiato, mezzo ignudo con la barba lunga e il capo circondato da aureola, la bocca è spalancata in un’invocazione. La sua mano destra, poggiata sul petto a mò di mea culpa, regge un disco di pietra, mentre l’altro arto cinge il fianco opposto. La scena è ambientata in una grotta: dinanzi al santo sono scolpiti un teschio ed un libro aperto nel mezzo. L’invocazione è rivolta alla cima del maestoso albero di fronte ove si erge l’esile croce cui è affisso il corpo del Redentore. Oltre l’albero, che dall’altro suo lato reca appesa una sorta di voliera, vi è un animale, probabilmente un felino, che si accuccia mansueto. Alle spalle dell’eremita sono visibili un edificio stilizzato ed un altro albero posto in vetta ad un promontorio roccioso.
L’opera corrisponde dettagliatamente all’iconografia tradizionale di San Girolamo. Quest'ultimo infatti, nella sua vita, si sottopose ad ogni sorta di astinenza e penitenza, studiando e scrivendo notte e giorno, sino a ridursi scarno e scheletrito; di qui gli oggetti simbolici con cui viene rappresentato secondo la leggenda: la grotta, il libro, il teschio, la pietra con cui si batteva il petto invocando il Signore. Tutti elementi presenti nella formella della masseria Caggiano.

 Politecnico di bari - C.d.L. in Ingegeria Edile - corso di Rilevamento fotogrammetrico dell'architettura