Museo di Arte Contemporanea

di Naoshima 


Progettista: ANDO TADAO

Luogo: Naoshima

Superficie di Intervento:area del lotto 44700mq, area costruita 17750,5 mq, superficie                                              totale 3643,4 mq

Cronologia: 1990-1995

L’acqua è un elemento particolarmente importante nell’architettura di Tadao Ando e in questo progetto proprio la natura e l’acqua giocano un ruolo determinante. Il museo sorge su un’isola nel mare interno del Giappone, Seto Naikai, in posizione panoramica e si affaccia sulla bianca spiaggia sottostante. L’isola, dichiarata Parco Nazionale, è sottoposta a strette regole edilizie. Le uniche costruzioni ammesse sono locande di stile giapponese.
Tadao Ando si trovò a doversi confrontare con queste regole; decise quindi di interrare in museo e realizzare un piccolo albergo per rispettare la regolamentazione. Poiché vi era anche il vincolo del tetto, che doveva essere a falde, Ando decise di far sporgere un lucernario di vetro a cuspide, destinato a illuminare il museo. In questo modo anche l’impatto sull’ambiente circostante è ridotto al minimo. Il complesso, realizzato in due momenti successivi, è composto da due elementi: una piazza gradinata utilizzata anche per spettacoli all’aperto, e il museo.
Chi arriva all’isola deve dapprima percorrere il pontile per giungere poi alla gradinata che funge anche da ingresso al museo. Sulla piazza gradinata si trova anche un fabbricato interrato annesso al museo. Il museo è per la maggior parte interrato e composto essenzialmente da un volume cilindrico del diametro di 20 metri e da un corpo prismatico della larghezza di 8 metri e della lunghezza di 50 metri, che termina con una corte incassata. Il corpo prismatico a doppia altezza ospita la sala espositiva.
A questi due corpi principali si aggiunge un volume a due livelli che ospita un piccolo albergo, con copertura a falda unica.
L’accesso del museo avviene tramite una doppia rampa pedonale, sul lato est, che porta al primo livello, in modo tale che le due gallerie possono essere percepite dall’alto. Una galleria è a pianta circolare, mentre l’altra è a pianta rettangolare e sono rispettivamente su tre e su due livelli.
Rampe e scale vivacizzano la geometria di questi spazi, assieme alla luce che, nel corpo cilindrico, proviene dall’alto, mentre nel corpo prismatico proviene dalla corte incassata su cui si affaccia.
Tra il 1993 e il 1995 venne aggiunto più a monte un corpo a pianta ovale, su un solo livello, circondato da uno specchio d’acqua, e che ospita un piccolo albergo. Questo edificio è collegato al museo da una funicolare a tre posti.
Come per il museo, anche l’albergo è interrato per mantenere l’integrità della natura circostante. Si accede all’albergo passando per la reception e per la caffetteria, e raggiungendo un percorso che si affaccia sullo specchio d’acqua e che funge da disimpegno per le quattro camere e le due suite.
Un muro ad L che circonda lo spazio ovale è costruito con la stessa pietra che riveste l’edificio principale. I tre corpi principali, cioè l’albergo, la galleria e la terrazza, si affacciano tutti sull’oceano e un vialetto che circonda l’intero complesso, interrotto da piazzole, offre una vista panoramica sul parco circostante. La struttura portante degli edifici è esclusivamente in calcestruzzo cementizio armato, gettato in casseforme di cui rimane l’impronta dei fori dei tiranti. Alcune murature in calcestruzzo sono rivestite con pietra calcarea, inserendo meglio i corpi di fabbrica nell’ambiente circostante. La scala che sale dall’attracco è rivestita in blocchetti i granito, mentre i percorsi pedonali sono pavimentati con lastroni, gettati in opera, di graniglia lavata. Le coperture riprendono la continuità del verde circostante con un tetto giardino il cui isolamento è stato accuratamente studiato. I serramenti sono in ferro ed alluminio verniciati in grigio, mentre il lucernario piramidale della galleria è in acciaio protetto con fluoropolimeri. I pavimenti interni sono in legno chiaro

Bibliografia:F. Dal Co, “Tadao Ando le opere, gli scritti, la critica”, Electa 1994; M. Fumo, F. Polverino, "Tadao Ando Architettura e tecnica", Clean Edizioni 2000, di Arianna Magni

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