Trasforamzione in dimora del feudatario
È più tarda l'ultima e imponente trasformazione, costituita da una cinta esterna all'edizione di seconda fase e connessa con un
nuovo corpo di fabbrica a nord, contenente grandi saloni, caratterizzato all'esterno da tre importanti bifore e delimitato da due nuove
torri.
A quest'ultima edizione dovrebbe appartenere la foderatura esterna del lato est, con un nuovo paramento murario in pietra lavorata a
bauletto, delimitato superiormente da un toro marcapiano, ed il grandioso portale di accesso, ripetuto in forme identiche, anche se di
dimensioni più contenute, sul lato nord della cima più esterna, lì dove era il nuovo accesso al complesso castellano così ristrutturato.
Allo stato delle conoscenze non è possibile fornire con sufficiente attendibilità una precisa indicazione circa la datazione di tale fase,
sempre che si ipotizzi la contemporaneità dell'ampliamento e della realizzazione dei portali e della foderatura del paramento murario
del lato est.
D'altra parte, almeno per il portale sul lato nord le indagini svolte hanno confermato che esso è strutturalmente connesso con le
murature di terza fase, a meno di una perfetta quanto improbabile ripresa in breccia della porta stessa.
L'imponenza dei portali, la cura e la perfezione della lavorazione degli elementi architettonici e delle bifore, la grandiosità delle nuove
sale realizzate, fanno comunque pensare ad un periodo di massima floridezza del centro con un feudatario che doveva aver visto
aumentare sempre più la propria importanza e potere.
L'esame dei dati stilistici, nonché delle stesse caratteristiche tipologiche e funzionali, riportano alla memoria il castello di Gioia del
Colle o maggiormente il vicino castello di Bitritto, la cui evoluzione presenta singolari analogie con quello di Sannicandro, con un
nucleo normanno, un ampliamento svevo ed una ristrutturazione della metà del XIV secolo.
La originaria soluzione strutturale di copertura dei locali di piano terra con solai lignei poggianti su archi trasversali, usata per tutti gli
ambienti del castello indipendentemente dalla forma più o meno allungala degli stessi o dalle loro dimensioni, richiama una casistica
molto diffusa di castelli di epoca federiciana, rigorosamente legati a tale tipologia strutturale. Numerosi sono gli esempi pugliesi:
dal castello di Bari a quello di Trani, dove i lavori di restauro hanno evidenziato al di sotto dei rifacimenti ottocenteschi legati alla
trasformazione del castello in carcere, le tracce inequivocabili delle paraste da cui partivano gli arconi trasversali.
La conseguente ipotesi di una ristrutturazione di epoca federiciana, tuttavia, non trova alcun supporto nei pochi documenti storici
dell'epoca; si è visto anzi che l'unica notizia relativa al castello durante la prima metà del XIII secolo lo indica di proprietà del vescovo
di Bari, il che ovviamente non si accorda con le nuove caratteristiche che il castello assunse a seguito dell'ampliamento
(resta il dubbio relativo alla durata di tale possesso).
D'altra parte poiché, come si è già detto, Sannicandro dopo il 1307 e fino al secolo scorso fece parte dei possedimenti della basilica
di San Nicola, con la sola esclusione del periodo che va dal 1350 al 1415, è evidente che non appare di alcun fondamento l'ipotesi
dell'ampliamento eseguito dai monaci di San Nicola, i quali non avevano alcun interesse a dotare il castello di imponenti saloni.
Qualora la ristrutturazione non sia stata eseguita in epoca federiciana, non essendoci alcun elemento che indichi, come possibile
datazione, la seconda metà del XIII secolo, potrebbe prendere corpo l'ipotesi che la terza fase risalga alla seconda metà del XIV
secolo. Tale ipotesi è suggerita dalla maturità ed imponenza degli elementi architettonici, in particolare dei portali, e dalla presenza
dello stemma Grimaldi ubicato sul prospetto est al di sopra del portone principale.
Tuttavia l’analisi ravvicinata dello stesso e dell'apparecchiatura muraria in cui esso è inserito non ha fornito la prova decisiva relativa
alla possibile contestualità dell'intervento di foderatura della parete e della sua posa in opera. Infatti non è stato possibile escludere
che detto stemma sia stato inserito magari in sostituzione di uno precedente, in un paramento già esistente.
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